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Politica

Lo strappo di Gualtieri sui rifiuti: il termovalorizzatore divide la maggioranza (anche in Regione) 

L'annuncio in aula agita le forze della coalizione, ma anche dentro al Pd c'è chi non risparmia parole pesante: "Giunta e maggioranza sono forse una caserma?"

Una mossa che ha spiazzato tutti, maggioranza e opposizione. A difenderla ci sono i consiglieri dem, compatti intorno al sindaco (seppur colti di sorpresa), a contrastarla l'ala più verde e quella più a sinistra della coalizione. Il sindaco Gualtieri ha annunciato l'arrivo di un termovalorizzatore a Roma, un impianto che brucia rifiuti e produce energia, futuro perno del sistema che porterà alla chiusura del ciclo rifiuti in città. Lo ha fatto ieri durante il consiglio straordinario sul tema lasciando di sasso le minoranze (in parte d'accordo) e la sua stessa maggioranza, avvisata la mattina presto durante una riunione convocata d'urgenza la sera prima proprio per informare tutti prima del discorso in aula. 

L'annuncio che spiazza la città 

"Dopo un'attenta e approfondita valutazione delle tecnologie disponibili - ha spiegato - abbiamo deciso di dotarci di un nuovo impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti che produca calore ed energia". Una struttura "da 600mila tonnellate che intendiamo realizzare in tempi molto rapidi che ci permetterà di chiudere il Tmb di Rocca Cencia e di abbattere del 90% l'attuale fabbisogno di discariche". Bocche ancora cucite sul dove realizzare l'impianto anche se l'ipotesi che va per la maggiore sembra essere l'area industriale del consorzio di Santa Palomba, sull'Ardeatina al confine con il comune di Pomezia. Un'area già opzionata dall'Ama sotto Raggi per realizzare un impianto di trattamento meccanico-biologico. "Stiamo lavorando a più ipotesi e in tempi brevi avrete elementi", ha detto Gualtieri. Mentre l'assessora ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi, ha sottolineato che "il grande lavoro fatto per cercare la localizzazione della discarica sul territorio è stato, insieme al dato dell'inquinamento che produce una discarica, uno degli elementi che ci ha fatto decidere per la termovalorizzazione". 

Frizioni in maggioranza

Nessuno però ne era al corrente. Il massimo annuncio destinato a far rumore doveva essere la location in cui costruire, appunto, una discarica di servizio. E invece il sindaco è andato oltre, consapevole di rischiare lo strappo nella sua stessa coalizione e di alimentare possibili malumori anche interni al partito democratico. Il termovalorizzatore non era né nel programma elettorale né nelle linee programmatiche votate in aula Giulio Cesare a inizio consiliatura. Una decisione quindi che non è passata da nessun confronto interno. Al momento i consiglieri si dicono tutti d'accordo, anche se qualcuno fuori dall'aula ha commentato con parole destinate a pesare. 

"Non so se la giunta comunale e la maggioranza capitolina funzionino come una caserma" scrive sui social Marco Miccoli, noto esponente del pd Roma. "So che un partito non può funzionare come una caserma. La scelta di realizzare un termovalorizzatore dentro Roma, fuori dal programma con cui si sono vinte le elezioni è una scelta che andrebbe discussa. La mancanza di ogni forma di confronto dentro al pd romano e dentro il centrosinistra tutto, sta diventando inaccettabile".

Gli dà ragione il segretario della Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola: "Direi che sarebbe servita una discussione con tutta la città. Una scelta come questa ipoteca le scelte sul ciclo dei rifiuti della capitale per i prossimi 30 anni". A esprimere perplessità la presidente dem del IX municipio Titti Di Salvo. "Ai tanti che mi chiedono cosa penso di un termovalorizzatore a Santa Palomba, al netto di ogni altra considerazione di merito, rispondo che mi fido della correttezza dell'amministrazione capitolina che prima di decidere coinvolgerà sicuramente il Municipio. E io non sono stata informata". 

I contrari nella coalizione

Fermamente contrari, in coalizione, sia i Verdi che gli esponenti di Sce. "Anche se realizzati (i termovalorizzatori, ndr) con le migliori tecnologie che rispettano i termini di legge e i quantitativi di principi immessi in atmosfera non si escludono conseguenze sull'ambiente e sulla salute" commentano il consigliere di Europa Verde Nando Bonessio. "Gli inquinanti prodotti da questi impianti, che dobbiamo chiamare inceneritori e non termovalorizzatori, si depositano nell'arco di giorni, mesi, anni e non si può non tenerne presente nel medio-lungo termine". Poi promette un "confronto acceso". Sulla stessa linea i consiglieri Michela Cicculli e Alessandro Luparelli, di Sinistra Civica Ecologista. "Abbiamo sempre espresso, senza ipocrisia, la nostra contrarietà all'ipotesi di realizzare un inceneritore a Roma, soprattutto senza un piano adeguato per rafforzare fortemente la raccolta differenziata" .

Le reazioni delle opposizioni 

Lo stupore generale per l'annuncio del sindaco non risparmia le opposizioni. Un bell'applauso arriva dai calendiani, da sempre favorevole all'incenerimento con produzione di energia come tecnologia per smaltire il tal quale. "Finalmente. Ottima decisione" commenta su twitter il leader di Azione. "Il sindaco Gualtieri finalmente recepisce la nostra battaglia" seguono i consiglieri Carpano, De Gregorio e Nanni. Sulla stessa linea anche la Lega, che a gennaio presentò una proposta in questo senso con un ordine del giorno che incassò il voto favorevole della lista Calenda ma non quello del partito democratico. "Lo diciamo da sempre: il termovalorizzatore è l'unica soluzione per il problema dei rifiuti a Roma" commenta il leghista Fabrizio Santori. "Guardando però il programma elettorale di Gualtieri, le linee programmatiche approvate in aula, e il piano rifiuti regionale di questo tipo di impianti non troviamo traccia. Aspettiamo un minimo di concretezza". 

Lo strappo anche in Regione

Più che contrario il M5s, non solo i consiglieri comunali. "Il piano rifiuti della Regione Lazio non prevede l'installazione di nuovi inceneritori. Un vincolo che vale per tutti i territori del Lazio, compresa Roma" tuona l'assessora alla Transizione ecologica Roberta Lombardi. "L'idea di Gualtieri di realizzare un termovalorizzatore non è fattibile, non troverà mai il nostro consenso e non ha nulla a che vedere con la transizione ecologica, perché un inceneritore di tale portata, di ecologico non ha proprio nulla". E qui il problema che si pone è tutto politico. M5s e Pd alla Pisana governano insieme. Un dato che non sfugge ai più. "Il termovalorizzatore annunciato dal sindaco Gualtieri ha già raggiunto il suo primo obiettivo - fa notare il vice presidente della commissione Ambiente Giancarlo Righini, di Fratelli d'Italia - quello di mandare in frantumi la Giunta Zingaretti. Basta leggere, infatti, le dichiarazioni della assessore Lombardi e di altri esponenti, per chiedersi se ancora esiste una maggioranza in Regione Lazio". 
 

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