"Un termovalorizzatore da 600mila tonnellate? Vuol dire non incentivare la differenziata"
L'assessora alla Transizione ecologica della Regione Lazio, Roberta Lombardi, al sindaco Gualtieri
"No monnezza, no party! Ecco la dura legge dell'inceneritore, che, inevitabilmente, spingerà il sistema di gestione dei rifiuti a disincentivare la raccolta differenziata". La critica diretta al sindaco Gualtieri arriva dall'assessora alla Transizione ecologica della Regione Lazio Roberta Lombardi. Grillina della prima ora, fervente ambientalista, contraria al termovalorizzatore annunciato per Roma la scorsa settimana dal primo cittadino dem, pone una questione e non è l'unica a farlo. Al netto della tipologia di impianto scelta dalla giunta Gualtieri, perché realizzarlo da 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati quando - sempre secondo quanto previsto dal programma del sindaco - si dovrà lavorare in parallelo per raggiungere il 65% di differenziata?
La contraddizione del termovalorizzatore
"Il piano economico finanziario di un inceneritore si regge sulla tariffa di conferimento, cioè la tassa sui rifiuti, la Tari pagata dai cittadini romani" puntualizza Lombardi. "La quota di rifiuti indifferenziati, che dovrebbe essere smaltita e bruciata con l'inceneritore, è quindi il "combustibile" stesso che, letteralmente, alimenta un impianto del genere sia da un punto di vista produttivo che economico. In poche parole, l'inceneritore se non ha abbastanza rifiuti da bruciare, non può funzionare, non conviene ed è pertanto inutile". Se però, fa notare ancora Lombardi, l'obiettivo Ue del 65% è da raggiungere entro il 2030, com'è possibile farlo "senza creare un buco finanziario nella gestione dell'impianto se non addirittura un gap nella filiera produttiva?". Insomma, un termovalorizzatore di queste capacità, è la critica, entrerebbe in contraddizione con il potenziamento della raccolta differenziata.
Il muro del M5s in Regione Lazio
Lombardi e i Cinque Stelle sono fermamente contrari al termovalorizzatore come soluzione per chiudere il ciclo rifiuti della Capitale. Un problema politico per la Regione, dove i grillini governano a braccetto con i democratici in uno dei primi esempi locali di alleanza giallorossa. Un matrimonio che ora rischia di entrare in crisi proprio sulla scelta di Gualtieri. La realizzazione di un inceneritore non è infatti previsto nel piano rifiuti regionale, e la giunta Zingaretti non può permettersi di modificarlo senza mandare in frantumi la maggioranza. Ragion per cui il Comune di Roma si muoverà in autonomia chiedendo poteri speciali al governo Draghi nell'ambito della gestione del Giubileo 2025. Una strada che potrebbe non bastare ad assicurare la tenuta dell'alleanza alla Pisana. Lombardi darà battaglia. E in generale, tra le opposizioni, non sarà la sola.
Il problema della differenziata, il cui incremento e potenziamento andrebbe a scontrarsi con i quantitativi di rifiuti, è stato posto anche da Fratelli d'Italia, tra i contrari al nuovo impianto, non tanto per questioni ideologiche quanto per ragioni legate alle caratteristiche di quello destinato a Roma. "Nel merito l'annuncio di un nuovo termovalorizzatore con una portata di ben 800.000 tonnellate va, in maniera evidente, contro tutte le direttive in tema di economia circolare che prevedono il recupero energetico come extrema ratio solo e unicamente per le frazioni che non si riescono a riciclare" tuona il presidente della commissione Trasparenza Andrea De Priamo. "Realizzare un impianto con quella capacità energetica significa invece abbandonare ogni sforzo per lavorare sul riciclo dei rifiuti e sulla impiantistica su scala industriale per lo stesso. Su quali basi e per quali motivi Gualtieri ha parlato di un impianto di quelle dimensioni? - dichiara il consigliere - il piano nazionale prevede che gli eventuali impianti di recupero energetico devono essere previsti in base ad una analisi dei flussi".