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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica

"Ecco perché l'inceneritore di Roma stravolgerà l'intero sistema rifiuti del Lazio"

Il presidente della commissione Rifiuti della Regione Lazio spiega a RomaToday le conseguenze del termovalorizzatore sul piano regionale

Con la realizzazione di un termovalorizzatore, e l'autosufficienza di Roma nei fatti, al netto dei poteri straordinari concessi a Gualtieri dal governo Draghi, il piano rifiuti regionale va comunque cambiato. Ma non solo. Alcuni impianti autorizzati per accogliere l'immondizia di Roma dovranno essere rivisti. A porre una questione finora rimasta ai margini del dibattito pubblico è il presidente della commissione rifiuti della Regione Lazio Marco Cacciatore. Ex grillino, da tempo passato con Europa Verde, ambientalista di ferro, fa notare alcune importanti conseguenze dell'impianto annunciato da Gualtieri sull'intero sistema rifiuti regionale. 

Le quantità di rifiuti prodotte

Si parte dai numeri. Il problema centrale riguarda infatti le quantità di rifiuti prodotte. "Il Lazio conta annualmente una produzione di 3 milioni di rifiuti e, se 1,7 saranno trattati autonomamente da Roma - spiega Cacciatore a RomaToday - è evidente che il piano rifiuti regionale si dovrà occupare solo delle restanti 1,3 milioni di tonnellate annue". Un dato destinato a pesare non poco sull'organizzazione impiantistica.

Gli impianti da rivedere

Un esempio su tutti: l'inceneritore di San Vittore. Di recente è stata rilasciata la via (valutazione d'impatto ambientale in conferenza dei servizi) per autorizzare la realizzazione della quarta linea dell'impianto gestito da Acea. Un ampliamento per lo più funzionale allo smaltimento dell'indifferenziato prodotto da Roma. Il piano rifiuti regionale infatti prevede che, per soddisfare il fabbisogno del territorio del Lazio, nel 2025 le tonnellate smaltite siano 450mila, di cui 50mila di fanghi, e 400mila di combustibile solido secondario (css). Roma però, che avrà sulla carta un suo impianto simile nel funzionamento e nelle capacità a quello Acea, non ne avrà più bisogno. Il che significa che le macchine di San Vittore lavoreranno oltre 200mila tonnellate in meno del previsto. Solo la quarta linea è stata autorizzata per 186mila tonnellate l'anno. 

"Non solo è ovvio che non possa essere ampliato - spiega Cacciatore - ma va drasticamente ridotto nelle sue attuali dimensioni". Poi precisa: "Che fosse di troppo comunque l'ho sempre sostenuto. E la sua riduzione oggi non significa che Roma debba farsi il suo inceneritore. La posizione di Europa Verde rimane contraria all'impianto, perché gli inceneritori vanno superati anche secondo il quadro normativo".

Una riduzione che a ben vedere dovrà interessare più impianti regionali. Dai tmb (vedi Aprilia) che accolgono centinaia di tonnellate di tal quale dalla Capitale, alla discarica di Magliano Romano. Anche questa, lo ricordiamo, ha ricevuto da poco un primo ok in conferenza dei servizi. Non senza polemiche sul territorio interessato. 

"Subito l'ato di Roma"

"Con il sindaco Gualtieri nel ruolo di commissario ai rifiuti per Roma Capitale, fino al 2026 si sostituisce alle funzioni regionali, compresa la pianificazione" spiega ancora il consigliere. "Visto poi che il Giubileo, stando al decreto aiuti, comporterà la fine del commissariamento, anche per non dover stravolgere di nuovo in futuro il piano rifiuti regionale, si afferma con tutta evidenza quel che abbiamo sempre sostenuto in Regione: Roma dovrà essere individuata come ambito a se stante, servendosi di impianti sul suo territorio, così come altri Comuni non dovranno più servirsi degli impianti a Roma".

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