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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Termovalorizzatore, Lombardi va all'attacco di Gualtieri. L'assessora Alfonsi la smonta

Nel botta e risposta tra Gualtieri e Conte s'inserisce l'assessora pentastellata della regione Lazio

La decisione di puntare sulla costruzione di un termovalorizzatore, rappresenta davvero una “scelta giusta, verde e sostenibile” come il sindaco di Roma è tornato a ribadire? Per l’assessora regionale alla transizione ecologica la risposta è molto semplice. E non è certo affermativa. Così, il botta e risposta a distanza tra Gualtieri e Conte, innesca una contrapposizione che vede scendere in campo anche Roberta Lombardi, l'assessore alla transizione ecologica della regione. E non solo. Nel dibattito a distanza, nel corso della giornata, è intervenuta anche l'assessora capitolina Sabrina Alfonsi. 

Il dibattito a distanza tra Conte e Gualtieri

La prima ad intervenire nel botta e risposta tra il leader grillino ed il sindaco, è stata comunque Roberta Lombardi. “Si fa presto a dire ‘inceneritore’, ancora prima ad evitare di dire tutta la verità” si legge nel post che l'assessora ha pubblicato sulla propria pagina facebook. Il sindaco di Roma, rispondendo all’ex premier notoriamente contrario al termovalorizzatore, aveva difeso la propria scelta perché" chi fa polemica fa finta di non sapere una cosa: se noi non avessimo deciso di fare un termovalorizzatore, oggi staremmo discutendo della mega discarica di Roma che era prevista”.

Quello che Gualtieri non dice

Gualtieri, nel difendere la propria strategia di trattamento dei rifiuti, aveva spiegato che un comportamento da “conservatore è mandare i nostri rifiuti nelle discariche di tutto il Lazio e nei termovalorizzatori d’Europa”. Una conclusione che non ha trovato d’accordo Roberta Lombardi. Perchè “come ormai sanno anche i sassi, nella nostra regione non c'è impiantistica sufficiente alla chiusura del ciclo” e quindi  “nel mentre si costruiscono gli impianti a Roma, che si scelga un inceneritore, una nuova discarica o un impianto di nuova generazione a recupero materia come quello che nascerà a Colleferro, i rifiuti sempre a spasso andranno”. E questo, ha sottolineato Lombardi, il sindaco non lo dice.

Per Roberta Lombardi, ci sono altri “non detti” nel ragionamento di Gualtieri. Perché “Quello che il sindaco però non ci dice - ha continuato l’assessora pentastellata della regione Lazio- è che alla fine di questo periodo, più o meno lungo che sia, scegliendo l'economia circolare avremo impianti che chiuderanno il ciclo senza rovinare l'ambiente, recuperando materie prime seconde in tempi e con costi umani”. Quindi, per Lombardi, la priorità dovrebbe essere lavorare alla realizzazione di impianti che possano chiudere il ciclo.

Lo scontro sul termovalorizzatore nel municipio di Santa Palomba

“Inoltre quello che Gualtieri non dice, quando afferma che l'inceneritore di Roma non produrrà la necessità di altre nuove discariche, è anche in realtà che gli inceneritori producono ceneri e scorie che vanno poi smaltite in discarica, tra cui i rifiuti pericolosi derivanti dall'abbattimento dei fumi. Secondo alcune stime – ha dichiarato Lombardi – l'inceneritore di Roma produrrebbe 150mila tonnellate annue di rifiuti speciali e pericolosi non riciclabili che dovrebbero essere ulteriormente trattati e smaltiti”.

Quello che Lombardi non dice

Nel corso della serata è arrivata anche la risposta dell'assessora all'ambiente del Campidoglio Sabrina Alfonsi, che ha contestato la versione della collega pentastellata che siede in regione Lazio. “Sostiene Lombardi che realizzando impianti di economia circolare, con tempi più rapidi rispetto a quelli richiesti dal termovalorizzatore, si eviterebbe di inquinare l’ambiente. Però non dice quali impianti, non dice con quali tecnologie realizzarli, non dice dove”. Non solo.

Lombardi, ha commentato l'assessora Alfonsi “non dice che anche realizzando una raccolta differenziata al 65% - oggi in Italia solo due città con più di 200 mila abitanti ci riescono, Parma e Venezia – rimarrebbero comunque più di 600 mila tonnellate di scarti non recuperabili che andrebbero a discarica o a recupero energetico. Soprattutto non dice come mai i 5 Stelle, al governo a Roma per 5 anni e mezzo, non abbiano fatto nessun passo avanti per aumentare la raccolta differenziata e non abbiano messo in piedi uno straccio di programma per realizzare questi impianti alternativi”.

Da ultimo, ma non certo per importanza, Alfonsi ha fatto una precisazione. “Con le tecnologie più recenti, circa il 90% delle ceneri pesanti prodotte dall'impianto (120 mila tonnellate) può essere trattato per recuperare materiali ferrosi e realizzare fondi stradali e persino materiali da costruzione, come mattoni e piastrelle”. Non sarebbe pertanto vero, come sostenuto da Lombardi  che “l'inceneritore di Roma produrrebbe 150mila tonnellate annue di rifiuti speciali e pericolosi non riciclabili”. La quantità di rifiuto da destinare alla discarica infatti, “calcolata sulla base dei quantitativi di raccolta differenziata previsti dal Piano - ha concluso  Alfonsi - è pari a circa 50 mila tonnellate, poco più di un decimo di quanto oggi Roma manda a discarica o agli inceneritori del Nord”.

L'ipotesi referendaria e la distanza tra Gualtieri ed il M5s

In definitiva, resta ampia la distanza tra la linea scelta dal Campidoglio e la posizione che, da Conte a Lombardi, sembra caratterizzare tutti i vertici del M5s. Ed è anche per questo che, nella giornata del 21 novembre, i Radicali hanno chiesto al sindaco d’indire un referendum consultivo, spingendo i potenziali alleati del “campo largo” segnatamente Letta, Calenda e lo stesso Conte, a sostenere questa richiesta. Anche se, finora, non ha ottenuto la sponda da parte di nessuno degli attori citati. E neppure, a questo punto, dai pentastellati della regione Lazio.

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