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Il termovalorizzatore mette in crisi l’alleanza PD/M5s. Calenda: “Il divorzio è legale”

L'impianto annunciato da Gualtieri continua a non piacere ai grillini. Calenda: "Conte è contrario, Letta che ne pensa?"

Non c’è solo il fronte pentastellato in Campidoglio a contestare la scelta del sindaco che vuole “chiudere il ciclo dei rifiuti” ricorrendo ad un termovalorizzatore.

La bocciatura di Conte

Il fronte del “no” è, al contrario, trasversale. E lega il livello cittadino dei pentastellati a quello regionale e nazionale. L’ultimo, in ordine di tempo ad aver bocciato l’opzione, è stato l’ex premier Giuseppe Conte. Il presidente del Movimento cinque stelle, intervistato dal Fatto Quotidiano, nel ricordare che “la transizione ecologica resta l’obiettivo primario del movimento”  ha dichiarato che è “assurdo costruire a Roma un inceneritore obsoleto come viole il sindaco Gulatieri”.

La sottolineatura di Calenda

L’ennesimo “no” che il sindaco romano ha incassato dalla compagine pentastellata, con cui il partito democratico governa sia in regione che nel paese, non è passato inosservato. In particolare a sottolineare la contrapposta visione, sul tema dei rifiuti appare del tutto evidente, ha provveduto Carlo Calenda. Con un tweet pubblicato sul proprio account, l’ex candidato sindaco e leader di Azione ha ricordato che Conte dice “no al termovalorizzatore”. Non una voce qualsiasi, ha ricordato il leader di Azione al segretario PD Enrico Letta,  perché è quella è la voce del presidente e punto di riferimento grillino, che “ogni giorno mattina vi spiega perché non potete governare insieme. E voi – ha sottolineato Calenda – tutti i pomeriggi spiegate al paese perché è una relazione bellissima”. Eppure, ha ironizzato il leader di Azione “il divorzio è legale”.

Sul termovalorizzatore si gioca alleanza PD/M5s in regione

La posizione del M5s regionale

Così come in Campidoglio e nelle alte sfere del M5s, anche a livello regionale c’è chi nell’ultima settimana, a più riprese, ha ribadito la propria contrarietà alla scelta di Gualtieri. Ed anche in questo caso non si tratta di una voce qualunque, perché a contestare il termovalorizzatore è Roberta l’assessora alla transizione ecologica. Ovvero una delle due pentastellate che fanno parte della giunta di Nicola Zingaretti. “Continuare a produrre rifiuti ed a bruciarli – ha ricordato Lombardi – significa andare in direzione opposta alle linee guida dei fondi europei concessi all’Italia” ed inoltre “aggravare la carenza di materie prime”. Motivo per cui converrebbe, secondo l’assessora regionale alla transizione ecologica, “investire su efficientamento energetico, rinnovabili e sul risparmio e recupero di materia prima, ovvero sull’economia circolare”.

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