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Il termovalorizzatore spacca il governo. Il M5s non vota i poteri a Gualtieri

Una protesta contro il passaggio del testo normativo che assegna a Gualtieri, commissario per il Giubileo 2025, "le competenze assegnate alle regioni" in materia di rifiuti

Il termovalorizzatore di Roma divide anche il governo. Ieri la norma per conferire poteri speciali al sindaco Gualtieri, necessari per realizzare gli impianti, è stata varata in Consiglio dei ministri, contenuta all'interno del decreto aiuti, un pacchetto di misure dedicato a famiglie e imprese. Il M5s però non ha partecipato al voto. Una protesta contro il passaggio del testo che assegna a Roberto Gualtieri, commissario per il Giubileo 2025, "le competenze assegnate alle regioni" in materia di rifiuti. Tradotto, il sindaco dem dovrà adottare un piano di gestione dei rifiuti per la città e potrà approvare progetti di nuovi impianti assicurandone la realizzazione e autorizzando le modifiche di quelli esistenti. 

Lo strappo con il M5s 

Un iter normativo necessario, già ipotizzato nelle ultime settimane come unico possibile per andare in deroga al piano rifiuti regionale, che un termovalorizzatore non lo prevede. Un piano che non sarebbe modificabile senza ufficializzare uno strappo in giunta regionale, dove M5s e Pd governano insieme. I grillini non voterebbero mai un emendamento in questa direzione. Una spaccatura ormai conclamata quella con i Cinque Stelle, con il no senza appello espresso dall'assessora Roberta Lombardi, ora venuta fuori non solo alla Pisana. 

Più volte l'ex premier e leader 5s Giuseppe Conte si è schierato contro l'ipotesi dell'inceneritore. Mentre il ministro pentastellato Stefano Patuanelli ha commentato: "È sbagliato sporcare le idee politiche del Movimento con norme sugli inceneritori, che nulla hanno a che spartire con un decreto aiuti per famiglie e imprese. Per questo motivo abbiamo deciso di non partecipare al voto". Stessa posizione per l'ex sindaca Virginia Raggi che ha espresso "sconcerto e disapprovazione per la decisione del consiglio dei ministri".

Gualtieri e gli alleati a sinistra

D'altronde in Campidoglio non si accennano passi indietro, nonostante le tribolazioni riguardino la stessa maggioranza per la posizione, contraria, di Europa Verde e Sinistra civica ecologista. I partiti dell'ala più a sinistra dell'alleanza hanno chiesto un confronto al sindaco, e stanno studiando una proposta alternativa da consegnare sperando che possa sostituire il termovalorizzatore. Una mission impossible, o quasi. Gualtieri vuole costruire l'impianto in tempi record, per il Giubileo. Un inceneritore da 600mila tonnellate annue, di proprietà pubblica, che realizzando introiti dalla produzione di energia consenta di abbattere la tassa sui rifiuti del 20%. E difficilmente rivedrà la sua posizione. Con Gualtieri, lo ricordiamo, Lega e lista Calenda. "Il Movimento 5 Stelle si conferma fuori dal mondo. Il no al termovalorizzatore di Roma è una posizione contro l'ambiente, contro il progresso, contro le città pulite e contro i cittadini", incalza Matteo Salvini. Mentre Carlo Calenda sostiene: "Non se ne può più. Dopo lo scempio di Roma, dopo i disastri sull'energia, in mezzo a una guerra questi inetti perdigiorno continuano a boicottare il paese senza mai offrire una soluzione". 

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