No al termovalorizzatore a Santa Palomba: "Visto che è green, lo facessero al centro di Roma"
Le dichiarazioni del sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà a RomaToday. Il comune alle porte di Roma confine con l'area industriale di Santa Palomba che dovrebbe ospitare l'impianto
"Perché non lo fanno al centro di Roma visto che è un impianto green?". Adriano Zuccalà non le manda a dire. Sindaco M5s di Pomezia, comune al confine con Santa Palomba, area che sarebbe stata scelta per realizzare il termovalorizzatore annunciato dal sindaco Gualtieri, si prepara a issare il suo muro. Un terreno a destinazione industriale, in passato già opzionato da Ama per la realizzazione di un tmb, nella zona di Santa Palomba in IX municipio, è in pole per ospitare l'impianto. Manca ancora l'ufficialità, ma il territorio è pronto alle barricate. "Sempre che le indiscrezioni vengano confermate, e in attesa di conoscere l'ubicazione esatta, le case disterebbero un paio di chilometri in linea d'aria" spiega a RomaToday. "Aspettiamo che qualcuno ci avvisi, che arrivi almeno un atto amministrativo e a quel punto ci opporremo in ogni modo, con ogni forma di mobilitazione".
"Noi oltre il 70% di differenziata"
Già, perché la questione che preme il primo cittadino del piccolo comune alle porte di Roma non riguarda solo gli ipotetici danni che potrebbe provocare una localizzazione vicina al centro urbano. È anche un fatto di principio. "Siamo oltre il 70% di raccolta differenziata - rivendica Zuccalà - così come altri comuni dell'area dei Castelli romani. Sono anni che ci investiamo, a sentir parlare di una scappatoia del genere per risolvere il problema rifiuti di Roma ci si accappona la pelle". Una lotta di territorio che però è anche ideologica. Come tutto il Movimento locale e non, il no al termovalorizzatore è figlio di una delle cinque stelle, quella ambientalista. In Campidoglio i consiglieri, compresa l'ex sindaca Virginia Raggi, hanno protestato con uno striscione bloccando i lavori del Consiglio comunale. La linea è quella già dettata dall'assessora alla Transizione ecologica Roberta Lombardi: la scelta che ricade su un termovalorizzatore non può che entrare in contrasto con l'impegno a incrementare la raccolta differenziata.
Una posizione che tra l'altro, sul piano strettamente politico, sta mettendo a dura prova l'alleanza giallorossa in regione Lazio. M5s e Pd alla Pisana governano insieme e il piano rifiuti regionale votato nel 2020 da entrambe le forze non prevede la realizzazione di nuovi termovalorizzatori. Un piano che infatti non verrà in alcun modo modificato. Il Comune, in via del tutto autonoma, si doterà per costruire l'impianto di poteri speciali che verranno rilasciati con decreto dal governo. O almeno questo per il momento è l'iter più probabile. Andare a toccare il piano rifiuti in aula significherebbe certificare una spaccatura in maggioranza.
I contrari a sinistra
Le tribolazioni poi non riguardano solo la Regione. Anche nella maggioranza capitolina c'è chi prepara la controffensiva al termovalorizzatore. La posizione del M5s è sostanzialmente condivisa anche da una parte di sinistra che governa Roma. C'è Europa Verde, con il consigliere capitolino Nando Bonessio, che in un'intervista a RomaToday ha smontato il progetto di Gualtieri annunciando una proposta alternativa al momento allo studio, con dati e costi. E non escludendo la possibilità di uscire dall'alleanza, se il confronto richiesto non dovesse portare i risultati. Con i verdi, pronti ad aprire un dibattito cittadino, ci sono i rappresentanti eletti di Sinistra civica ecologista.
Entrambe le forze non hanno votato l'atto, con oggetto l'impianto, astenendosi in aula. Roma Futura invece, la lista civica dell'ex presidente del III municipio Giovanni Caudo, ha votato con il Pd ma non nasconde mal di pancia interni. Anche qui si cerca il dialogo. "Scelte come quella annunciata dal sindaco richiedono dialogo e approfondimento, un metodo capace di ascoltare e coinvolgere realtà sociali, cittadine e cittadini" ha commentato la consigliera di Roma Futura in Regione Marta Bonafoni. Tra i contrari lo ricordiamo, oltre alle più note associazioni ambientaliste vedi Wwf e Legambiente, c'è anche la Cgil, da sempre il sindacato più vicino ai democratici. Nelle prossime settimane sono previste assemblee pubbliche per discutere la questione. Difficile immaginare al momento un passo indietro del sindaco su una decisione che, da come è stata annunciata, sembra già presa. Con tutte le conseguenze politiche del caso.