rotate-mobile
Politica

Termovalorizzatore, la Regione dà l'ok ma i sindaci promettono battaglia: "Pronti a rivolgerci all'Europa"

La quarta linea dell'inceneritore di San Vittore non sarebbe compatibile, è la denuncia, con il Piano rifiuti. E mancherebbe un dettaglio studio epidemiologico

Minacciano procedimenti penali e amministrativi, anche se necessario alla Corte di giustizia europea. La quarta linea del termovalorizzatore di Acea ha avuto l'autorizzazione della Regione Lazio in conferenza dei servizi, con il parere finale positivo alla Valutazione di impatto ambientale (Via), ma i sindaci del territorio non ci stanno. Da mesi sulle barricate, con continui rilievi su presunte violazioni delle norme da parte dei proponenti, promettono di dare battaglia. 
 
"Il procedimento di infrazione alla Corte di giustizia europeo è ormai pronto e non si esclude di portare la questione davanti al Cedu" dichiara a RomaToday il dottor Antonio Mambro, rappresentante tecnico di tre dei comuni del basso Lazio che si sono fermamente opposti all'impianto e che insieme ad altri dodici sindaci hanno firmato una diffida indirizzata alla Regione

Tra i principali argomenti per sostenere la loro contrarietà al quarto inceneritore, prima di tutto, l'assenza di uno studio epidemiologico che era già stato prescritto nel 2017, nel procedimento di Via che ha autorizzato le altre tre linee. E poi c'è la distanza dell'impianto di appena 600 metri da una scuola dell'infanzia, fattore considerato escludente nel Piano regionale rifiuti. Ma "ancor più grave - tuona Mambro - è l'inosservanza alla normativa europea in termini di prevenzione, tutela e salute pubblica, nonché il non rispetto della gerarchia dei rifiuti approvando di fatto la costruzione di un inceneritore a terra invece di un termovalorizzatore".

Contrario alla quarta linea di San Vittore anche il consigliere regionale dei Verdi, presidente della commissione Rifiuti, Marco Cacciatore. "La conferenza è un fatto tecnico e va rispettata assolutamente l'autonomia degli uffici che hanno preso questa decisione. Tuttavia, anche gli uffici tecnici devono seguire l'indirizzo politico rappresentato dal piano rifiuti" commenta sottolineando le contraddizioni rispetto a quanto previsto nel testo. "Il Piano - che recepisce la normativa nazionale ed europea - pone un accento molto forte sulla riduzione necessaria e consistente dell'incenerimento, che a sua volta è cartina di tornasole della riduzione dei rifiuti a monte (dato che il combustibile da rifiuti deriva dalla componente indifferenziata). E dunque ampliare l'inceneritore significa, di fatto, violare il piano". 

Dettagli sul termovalorizzatore

Il progetto, fortemente voluto da Acea, proprietaria dell'impianto, prevede appunto una quarta linea di incenerimento dimensionata per 186mila tonnellate di rifiuti l'anno, che si andrà ad aggiungere alle altre tre linee già autorizzate per 397mila tonnellate. È previsto però che, per soddisfare il fabbisogno del territorio del Lazio, nel 2025 le tonnellate siano 450mila, di cui 50mila di fanghi, e 400mila di combustibile solido secondario (css). Un impianto che, lo ricordiamo, servirà in particolar modo alla Capitale, costretta a trasferire fuori regione buona parte dei rifiuti trattati nei tmb (impianti di trattamento meccanico-biologico) e nei tritovagliatori.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Termovalorizzatore, la Regione dà l'ok ma i sindaci promettono battaglia: "Pronti a rivolgerci all'Europa"

RomaToday è in caricamento