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Termosifoni spenti nelle scuole di Roma: dai nidi alle superiori il rientro è da brividi

Battono i denti i liceali di Montesacro e i bimbi della materna di Casalotti. Il Comune: "Pochissime criticità rispetto a totalità, fatto possibile per evitare disagi"

Dai nidi ai licei. Rientro dalle vacanze di Natale da brividi in alcune scuole di Roma. Nonostante l'accortezza di Comune e Città Metropolitana con gli impianti di riscaldamento tenuti in parte accesi anche durante il periodo di sospensione della didattica, diverse scuole della Capitale hanno salutato la prima campanella del 2020 nel gelo

Le scuole di Roma al gelo: battono i denti nidi e licei

Due giorni in classe bardati come per andare in montagna per gli alunni della Pablo Neruda di Selva Candida: all'interno delle aule faceva talmente freddo che i piccoli hanno dovuto tenere cappotti, sciapre e guanti. Come loro le maestre in servizio. Risultato: alunni presi prima o tenuti a casa in attesa della riparazione del guasto avvenuta nel giro di 48 ore. 

Critica la situazione anche all'IC Montessori di viale Adriatico. Qui a rimanere al gelo sono oltre 400 alunni. Aule talmente fredde da costringere la dirigente scolastica ad una misura drastica: orario ridotto, tutti a casa prima nella speranza che il finesettimana porti alla risoluzione del problema. 

Bambini della materna al freddo in corridoio

Non va meglio a Casalotti dove i bambini della materna sono al freddo da oltre un mese. Dal 12 dicembre infatti i venticinque della classe 'I pesciolini' della Bajocco 259 sono stati spostati dall'aula gelida al corridoio. Poco più caldi ma in condizioni di estrema precarietà.

Licei al gelo, la protesta: "Virginia comprace ste stufe"

Dai piccoli della materna ai liceali. Rientro a scuola con i termosifoni spenti all'Azzarita, dove una perdita alle tubature non consentiva un temperatura confortevole delle aule; così come all'Aristofane e all'Archimede.

Tre giorni al gelo anche per gli studenti del Giordano Bruno che questa mattina hanno protestato nel piazzale della scuola. Stufe, coperte e pinguini presentati ironicamente dai ragazzi come i loro nuovi compagni di scuola: "Più bikini meno pinguini", "Prima le sardine, mo i pinguini", "Fa così freddo che al posto di una bidella ci ha salutati un pinguino" - alcuni dei cartelli esposti. "Virginia comprace ste stufe", il coro intonato. 

Scuole di Roma al freddo? "Pochissime rispetto a totalità"

Per Comune e Città Metropolitana "nessuna emergenza". "Per quanto riguarda le scuole del Comune abbiamo acceso il riscaldamento dal 2 gennaio per quattro ore al dì, mentre il giorno prima del rientro i termosifoni sono stati in funzione per 24 ore per agevolare il ritorno tra i banchi di scuola a temperature idonee e monitorare la situazione. Stesse misure sono state prese per le scuole superiori. Purtoppo qualche guasto a ridosso del 7 gennaio - ammette Maria Teresa Zotta, presidente della commissione scuola di Roma Capitale e vicesindaca della Città Metropolitana - c'è stato, ma comunque si tratta di un numero minimo di situazioni rispetto alla totalità".

A Roma nord per esempio su 150 scuole, solo in 4 o 5 le caldaie non sono partite. Sul totale degli istituti della Città Metropolitana problemi rilevati solo su 15 scuole su 350. "Sulle criticità inoltrate siamo intervenuti in modo tempestivo, tanto che più di qualche preside ha inviato i propri ringraziamenti". 

Licei al gelo, la protesta: "Virginia comprace ste stufe"

Nidi e licei al gelo: "Inefficienza inaccettabile"

Duro invece l'attacco delle opposizioni sull'operato dell'amministrazione. "Siamo al 10 di gennaio e non è pensabile che in diverse scuole superiori si misurino temperature che oscillano intorno ai 10 gradi. I dirigenti scolastici - ha scritto Lavinia Mennuni, consigliera comunale di FdI - sono ormai arresi alla inefficienza degli enti preposti e sono giunti all'estremo di suggerire di tenere cappotti e sciarpe in aula. Siamo ormai ridotti come i paesi comunisti ai tempi della cortina di ferro con l'aggiunta di un generale degrado e la più insulsa sporcizia che pervade le nostre strade. Come possiamo pretendere di crescere una gioventù sana, pura, onesta e operosa se questo è il contesto in cui la formiamo?"

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