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Terminillo: la Regione vuole rilanciare il complesso sciistico ma il progetto taglia 17 ettari di bosco

Migliaia di cittadini hanno sottoscritto una petizione contro il progetto che la Regione si appresta ad approvare

Neve artificiale e più  piste a disposizione. Si avvia a conclusione l’iter del progetto TSM “Terminillo Stazione Montana”  che farà vivere, alla “montagna dei romani” una profonda trasformazione.

Cosa prevede il progetto

Il progetto, fortemente voluto dalla Regione Lazio, prevede di realizzare 10 nuovi impianti di risalita nel complesso sciistico Monte Terminillo ed oltre 40 chilometri di piste, buona parte delle quali servite da impianti d’innevamento artificiale. Un cambiamento finanziato in gran parte con i fondi destinati alle aree colpite dal terremoto, che dovrebbe migliorare l’appeal per gli appassionati della neve. Il progetto però scontenta, e non poco, le associazioni che segnalano le profonde ripercussioni sull’ambiente. 

Il taglio della faggeta secolare

Associazioni come il WWF Lazio, il coordinamento regionale della LIPU, Italia Nostra ed il CAI, sono in mobiltazione da mesi. E’ stata proprio una sezione del Club Alpino italiano, quella di Leonessa, a far partire una petizione, già sottoscritta da oltre 18mila cittadini,  con cui si chiede di bloccare il progetto. La riqualificazione e l’ampliamento del complesso sciistico, infatti, comporta una serie di conseguenze per l’ambiente. Anche se la Regione ha promesso “rimboschimenti compensativi”, si prevede il taglio di 17 ettari di faggeta. Si tratta di esemplari ultracentenari la cui compensazione appare complicata. In tal modo, viene sottolineato nella petizione “si andranno irrimediabilmente a compromettere gli obiettivi di conservazione del SIC (sito di interesse comunitario ndr) del ‘Bosco della Vallonina’, esponendo l’Italia ad una procedura d’infrazione Europea che comporterebbe milioni di euro di multa”.

Un progetto voluto dalla Giunta Zingaretti 

La Regione Lazio però rinvendica il percorso finora avviato che ha portato all'approvazione della Valutazione di incidenza ambientale. E, “nei prossimi giorni- ha annunciato alla vigilia dell'Epifania l’assessore all'Urbanistica Massimiliano Valeriani -si concluderà anche il procedimento di Via (valutazione d'impatto ambientale) sul progetto di sviluppo e rilancio del complesso del Terminillo”. D'altra parte,  “Il progetto di riqualificazione e ampliamento del comprensorio sciistico - ha spiegato Claudio Di Berardino, titolare delle deleghe al Lavoro ed alle Politiche per la ricostruzione - è stato fortemente voluto dall'Amministrazione Zingaretti e oggi con soddisfazione possiamo descrivere il progetto come una sintesi tra le esigenze di sviluppo turistico nel pieno rispetto del territorio e delle bellezze naturalistiche".

La Regione, tramite il suo assessore al Lavoro, ha tenuto a precisare che il progetto è frutto di “un risultato condiviso” che si è raggiunto “chiamando intorno a un tavolo le 5 amministrazioni interessate, i sindaci e la provincia, per convenire sulle linee di sviluppo e crescita del Terminillo”.

La sopravvivenza dell'orso marsicano

Il risultato però continua a fare il pieno di proteste. Anche perchè il progetto, è stato fatto notare nella petizione lanciata dal CAI, è in aperta contrapposizione con quanto certificato dall’Università di Roma “La Sapienza” che ha definito “l’intera area come di importanza critica e favorevole per l’espansione dell’areale dell’Orso bruno marsicano”. Si tratta della specie endemica, ormai ridotta a soli 50 esemplari, fortemente a rischio di estinzione. La strategia suggerita per la sua sopravvivenza, che oggi si attesta nel parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, è quella di creare delle zone adatte alla sua espansione. Obiettivo che però mal si sposa con l’intenzione di raddoppiare le piste da sci sul Terminillo.

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