A Termini bar e fast food verso la chiusura: i lavoratori occupano i locali della stazione
Il 30 novembre scade il contratto di locazione: Chef Express dovrà restituire i locali a Grandi Stazioni che al piano terra vuole solo marchi di moda. La Flaica: "Lavoratori senza risposte hanno deciso di non andarsene"
“Nessuna risposta dalla proprietà, nessuna risposta dalle istituzioni”, così i lavoratori di Chef Express della Stazione Termini hanno deciso di occupare ad oltranza i locali di bar, paninoteche e fast food e restare in assemblea permanente “fino a che la situazione non sarà risolta”.
Termini, chiudono bar e fast food
Sono giorni di apprensione nello snodo ferroviario di Roma. Il 30 novembre Chef Express dovrà restituire i locali adibiti alla ristorazione del piano terra della Stazione Termini, per la fine del contratto di locazione con Grandi Stazioni Retail, che ha optato per un restyling completo degli spazi lasciando solo marchi di moda.
Una “rivoluzione delle vetrine” che rischia di lasciare senza lavoro 78 persone, “senza possibilità di essere riassorbiti in altri esercizi, vista la crisi dovuta alla pandemia” - sottolinea la Flaica. In ballo ci sono i lavoratori di Moka Cafè, Rossosapore e Mr Panino. Futuro poco roseo anche per i 90 dello storico Mc Donald’s anch’esso tra le attività che abbasseranno le serrande entro fine novembre.
Termini, conto alla rovescia per la chiusura di bar e fast food: protestano i lavoratori, 78 a rischio esubero
I lavoratori occupano i locali della stazione Termini
Da qui la protesta. “Grandi Stazioni continua a non interloquire, e basterebbe una proroga del contratto per qualche mese, fino a superare questo momento” – commenta Giancarlo Desiderati, segretario provinciale della Flaica. “Questa fretta e inamovibilità è sinceramente incomprensibile. Dall’altra parte il MiSE non interviene fino a crisi conclamata, che proprio ora sarebbe da evitare, vista la situazione generale del Paese. Nessuno muove un dito finché non si arriva al baratro. E allora i lavoratori decidono di non andarsene”.