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Termini, silenzio e serrande abbassate: urlano solo i cartelli dei cento lavoratori in esubero

Chiusi bar e fast food, compreso lo storico Mc Donald's, sulle serrande abbassate i imessaggi dei dipendenti: "100 famiglie abbandonate". I sindacati: "Le istituzioni sono rimaste a guardare"

Termini si spegne. Il contratto di locazione è scaduto: così Chef Express ha riconsegnato i locali commerciali della galleria centrale a Grandi Stazioni, la società che gestisce le maggiori stazioni italiane compreso lo snodo ferroviario romano. Addio al ristorante Gusto, Bar Centrale Moka, Mr. Panino e Rossosapore: 80 i lavoratori in esubero. 

Termini si spegne: chiudono bar e fast food, anche lo storico Mc Donald's

Chiuso anche lo storico Mc Donald’s, i 90 dipendenti del fast food americano sono stati messi in cassa integrazione a zero ore “ma come sindacato - spiega Enzo Pascale della Uiltucs - abbiamo chiesto la loro immediata ricollocazione negli altri ristoranti almeno con Fondo di integrazione salariale parziale, affinchè non paghino più dei loro colleghi questa situazione di assoluta incertezza”. Una crisi acuitadall’emergenza sanitaria e dall’assenza di turisti in città. 

Il Natale "nero" dei lavoratori di Termini

Il prossimo incontro tra sindacati e Mc Donald’s è fissato per il 15 dicembre, in settimana la vertenza di Roma Termini nel suo complesso approderà invece in Regione Lazio:  ma per gli addetti a bar, fast food e paninoteche della stazione romana il Natale sarà inevitabilmente “nero”. "Per i lavoratori di Chef Express con l’azienda siamo distanti anni luce dall’arrivare ad una soluzione che possa garantirli tutti” - ammette Pascale. 

Intanto sulle serrande chiuse dei locali nei quali hanno lavorato per anni c’è tutta l’amarezza di chi rischia di perdere il posto. Dentro Termini, svuotata e silenziosa, “urlano” solo i cartelli di protesta lasciati dai lavoratori: “Licenziati da un capo di abbigliamento” - si legge sul grande striscione della Flaica. Il riferimento è a quel restyling voluto da Grandi Stazioni che nella galleria sostituirà tutti i locali di food con marchi di moda. Una “rivoluzione delle vetrine”, in piena pandemia, che ha portato alla chiusura delle attività e agli esuberi. 

La "rivoluzione delle vetrine": via il food, resta solo la moda

Il progetto di riqualificazione piace anche al Comune, nelle commissioni competenti è arrivato il parere favorevole: manca il voto dell’Assemblea Capitolina e quella clausola sociale per la salvaguardia dei posti di lavoro promessa. Ad oggi resta solo l’incertezza. “Raggi, tante promesse: 100 famiglie abbandonate”; “Raggi non renderti complice” - l’appello alla Sindaca. 

“Purtroppo ad oggi le istituzioni sono state assenti e sorde, nonostante la promessa di trovare una clausola sociale nessuno ha fatto nulla. Sarebbe bastato prorogare la chiusura dei locali per scongiurare la situazione di oggi” - commenta Cristina Silvestri, della Fisascat-Cisl. 

Termini, il restyling che chiude bar e fast food piace al Comune: lavoratori sull’orlo dell’esubero

“Abbiamo sentito tutti i livelli istituzionali, ma nessuno di essi è intervenuto per evitare o rimandare i licenziamenti: il MiSE interviene solo a crisi aperta, Ministero dei Trasporti non pervenuto, Regione non competente, il Comune di Roma che temporeggia sul progetto di riqualificazione urbanistica sull’area di cui nulla sappiamo. Intanto - accusa Giancarlo Desiderati, segretario provinciale della Flaica - Grandi Stazioni Retail tira dritto da soggetto privato (nato coi soldi pubblici) e addossa alla collettività la sua operazione di maquillage senza che nessuno obietti in alcun modo”.

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