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Riserva dell'Acquafredda, la giunta regionale approva il piano col cemento. Verdi all'attacco, Pd: "Previsto stralcio in Consiglio"

L'edificazione prevista in un allegato. Patané: "La Giunta non poteva più intervenire, lo faremo con un emendamento". Bonelli: "Non è vero, qualcuno vuole questa edificazione"

Ė polemica sull’approvazione da parte della giunta regionale del Lazio del piano di assetto della Riserva naturale della tenuta dell’Acquafredda, 140 ettari di natura che sorgono lungo l'Aurelia, all'interno del Gra. Tra gli allegati al documento, ora al vaglio della commissione regionale Ambiente prima del voto in Consiglio, c’è anche la ‘Scheda progetto numero 9’ che prevede la possibilità di edificare su 6 ettari di quella che dal 1997 è una riserva naturale vincolata da una legge regionale. I fari si sono accesi con un articolo de L’Espresso che ha rivelato la presenza della scheda all'interno del piano e riportato la denuncia dell’esponente dei Verdi, Angelo Bonelli, che nel ’97 da consigliere fu in prima linea per la sua tutela: “Prevede l'edificazione di sei ettari per fare alberghi, residenze assistenziali per un totale di 180 mila metri cubi di cemento”. L’articolo ha sollevato la smentita del consigliere regionale Pd Eugenio Patané che a Romatoday ha assicurato: “La maggioranza presenterà un emendamento per stralciare in sede di discussione di Consiglio la scheda in questione”.

Proviamo a ricostruire. Il piano di assetto è stato approvato per la prima volta dal consiglio direttivo dell’Ente di gestione Roma Natura nel 2003. Parte l’iter per presentare le osservazioni, elaborare le controdeduzioni e per l’espressione di tutti i pareri necessari. Nel 2011 dalla Regione arriva la Valutazione ambientale strategica. Nel dicembre del 2014 Roma Natura trasmette il Piano adottato, le osservazioni e il parere a quest'ultime alla Regione Lazio. L’approvazione da parte della giunta regionale è avvenuta il 29 settembre scorso e il Piano, ora in commissione Ambiente, dovrà terminare il proprio iter in Consiglio.

Tra gli allegati del documento approvato c'è anche la 'Scheda progetto numero 9' che riguarda 'Servizi di interesse pubblico socio-sanitari e ricettivi'. Questa la ‘descrizione sintetica dell'intervento’: "L’Ente ecclesiastico proprietario di una porzione rilevante dell’area ovest della Riserva ha manifestato l’interesse alla valorizzazione dei terreni, per scopi socio-sanitari. La proposta di realizzazione di tali servizi di interesse pubblico riguarda un’area di estensione pari a circa 6 ettari e prossima allo svincolo via di Acquafredda – via Aurelia". Non viene indicata la quantità di cubature ma nella tabella compaiono una serie di prescrizioni per i parametri urbanistici come il fatto che gli edifici devono avere un’altezza media pari a 7 metri e mezzo e una massima di 10 metri e mezzo. Il numero dei 180 mila metri cubi, ha spiegato poi l’esponente dei Verdi a Romatoday, “è stato ottenuto considerando l’indice di edificabilità previsto, l’estensione e l’altezza massima dei volumi”. 

Il consigliere regionale dem Eugenio Patané, contattato da Romatoday, spiega: “Lo avevamo già detto a giugno nel corso di un’assemblea con i cittadini, lo ribadisco anche adesso: la maggioranza presenterà un emendamento per stralciare questo allegato. Si tratta di un piano approvato nel 2003 arrivato al termine di un lungo iter. Una modifica da parte della Giunta avrebbe fatto ripartire tutto l’iter dall’inizio per questo interverremo in Consiglio”. Poi aggiunge: “L’Apsa (Amministrazione patrimonio della sede apostolica, ndr) aveva avanzato questa richiesta perché aveva intenzione di realizzare una sede dell’ospedale Bambin Gesù ma nel frattempo sono state costruite quelle di Palidoro, Santa Marinella e San Paolo e questa previsione può ritenersi superata. Nell’allegato non vengono indicate le cubature che, in ogni caso, sarebbero molte meno dei 180 mila metri cubi indicati da Bonelli: al massimo 30 mila. Questa vicenda non va confusa con la delibera approvata nel 2012 dal Comune di Roma che, in cambio di 60 ettari di parco, concede all’Apsa di edificare 210 mila metri cubi in un’altra zona della città”.

Bonelli, contattato da Romatoday, controreplica: “L’allegato prevede la realizzazione di palazzine fino a 10 metri d’altezza. Considerando un’estensione di 6 ettari e un indice di edificabilità di 3 metri cubi al metro quadro si ottiene la cifra che abbiamo denunciato: 180 mila metri cubi. Nonostante a ottobre del 2018 avessi formalmente chiesto alla Regione Lazio di eliminare la scheda numero 9, inviando una lettera anche al ministro dell’Ambiente, la giunta regionale ha approvato comunque il piano”. Per l’esponente dei Verdi la giunta Zingaretti avrebbe potuto stralciare la scheda sulla base dell’articolo 26, comma 4, della legge 29 del 1997 che stabilisce che la Giunta regionale “apporta eventuali modifiche ed integrazioni, pronunciandosi contestualmente sulle osservazioni pervenute e ne propone al Consiglio regionale l’approvazione”. Si chiede Bonelli: “Perché non è stato fatto? Qualcuno, forse, vuole quelle costruzioni? Il progetto edificatorio è incompatibile con le finalità della legge che nel 1997 ha istituito la Riserva naturale e con la legge quadro del 1991 per la tutela delle aree protette. Da più di dieci anni come esponente dei Verdi mi batto per la tutela della tenuta dell’Acquafredda e non smetterò adesso”. 

Attacca anche Italia Nostra Roma: "L’area della Riserva Naturale è stata salvata in lunghi anni di battaglia tra gli agricoltori e la proprietà e rappresenta a tutt’oggi l’unico polmone verde importante per i quartieri di Boccea e Primavalle. Impensabile che oggi in sede di approvazione del Piano di assetto della Riserva si ripresenti, come se nulla fosse accaduto nel frattempo, il tentativo di inserire una previsione edificatoria già esclusa fin dall’epoca della Variante delle Certezze e, comunque, in evidente violazione del PTPR adottato e approvato e del Prg". Italia Nostra Roma ha così rivolto un appello urgente al presidente Zingaretti, alla sua Giunta e a tutte le forze politiche presenti nel Consiglio Regionale per eliminare la scheda con la previsione edificatoria e a non votare "il Piano di Assetto che deve essere opportunamente e puntualmente verificato in tutte le sue parti". 
 

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