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Opera di Roma, sindacati sul piede di guerra: "No al commissariamento"

Dopo l'annuncio dei tagli per l'istituzione capitolina nel prossimo bilancio comunale le sigle sindacali sono pronte anche a sospendere la produzione dell'Ernani di Verdi del prossimo 27 novembre

No al commissariamento dell'Opera di Roma. I sindacati sono pronti a tutto pur di difendere il teatro romano. Anche far saltare l'intera produzione dell'Ernani di Verdi che il 27 novembre, diretto da Riccardo Muti, dovrebbe aprire la stagione del Costanzi. La protesta è sorta in seguito alle notizie dei possibili tagli di 2,5 milioni di euro nel prossimo bilancio capitolino di fronte ai quali il sovrintendente Catello De Martino ha lasciato intendere di non garantire il regolare svolgimento della stagione. I sindacati respingono anche le voci che vorrebbero che i conti dell'Opera sono in rosso. Per Cgil, Cisal e Confsal il commissariamento sarebbe “illegittimo'' oltre che ''dannosissimo'' per il teatro, ''tutti i teatri che sono stati commissariati negli ultimi anni sono stati sfasciati'' il commento. ''Ci vogliono ridimensionare. Forse il successo raccolto in questi anni con Muti dà fastidio'' affermano Lorenza Pieralli (Fials Cisal), Gianaugusto Bongiovanni (Cgil) Pasquale Faillaci (Cgil), Marco Piazzai (Fials Cisal) e Roberto Conte (Libersind Confsal).

Per i sindacati fare appello ai debiti, “non strutturali” a differenza di altre realtà simili italiane, del teatro fornisce un esito “falsato”. I numeri rincorsi nelle ultime settimane parlano di 28 milioni di debiti per l'istituzione capitolina, nel tempo generosamente finanziata dal comune con un aumento dei fondi dal 2009 in poi: 15,8 milioni nel 2009, 17,6 nel 2010, 15,5 nel 2011, 18 nel 2012. Di fronte a questo quadro i sindacati parlano di un bilancio con crediti per 48,5 milioni di euro. Invece il maggiore contributo versato dal comune negli ultimi anni, sottolineano, “è arrivato per fare fronte al taglio dei finanziamenti statali''.

Il bilancio previsionale 2013 è in pareggio ed ''è stato approvato in più sedute dal Cda dove il sindaco presidente è rappresentato'' e lo stato patrimoniale del Costanzi ''è in attivo di ben 15 milioni di euro circa''. Faillaci conferma la mancanza di liquidità e spiega come manchino ancora all'appello una parte del contributo comunale (4,5 milioni di euro) nonché i soldi della regione Lazio, (8,5 milioni attesi da 3 anni). ''In totale 13,05 milioni di crediti'', soldi sui quali il teatro contava perché gli erano stati garantiti in sede di bilancio di previsione. Per chiudere in pari ''basterebbero anzi i soli soldi del comune''.

Ieri una delegazione ha incontrato l'assessore Flavia Barca e domani si farà un presidio in Campidoglio. I sindacati hanno ribadito di essere pronti a tutto per risolvere la situazione, anche a bloccare la produzione Ernani.

La posizione dei sindacati però per il capogruppo del Pd capitolino Francesco D'Ausilio è un ricatto:  “Minacciare di far saltare la prima di Ernani per difendere una gestione discutibile delle risorse del massimo romano è inaccettabile”. E ancora: “Non ammettere che negli ultimi anni ci sono stati sprechi ingiustificabili e dare la colpa ai giornali o ipotizzare che qualcuno voglia “depotenziare” l’Opera per fare un favore alla Scala è decisamente una fuga dalla realtà”. Per il consigliere Pd il rilancio passa da una “razionalizzazione delle risorse e dal cambio immediato della governance”.

Per i consiglieri capitolini del Movimento cinque stelle “a fronte degli esborsi di Roma Capitale assistiamo ad una gestione opaca che privilegia il ricorso ad appalti esterni, a consulenze, a un abnorme utilizzo di contratti professionali, all'utilizzo di allestimenti realizzati da appaltatori eccessivamente costosi in relazione al numero di spettacoli in cui sono utilizzati e all'impatto scenico prodotto” si legge in una nota. “Alla luce di queste gravissimi riscontri, chiediamo con forza che prima di prendere qualsiasi decisione relativa all’eventuale Commissariamento (che in assenza di dati economici oggettivamente riscontrabili sembrerebbe un’operazione costruita a tavolino) o all’ammontare della contribuzione economica per il prossimo anno, vengano analizzati tutti i capitoli di spesa del Teatro al fine di individuare tutte le possibilità di risparmio e ottimizzazione delle risorse” spiegano. I consiglieri pentastellati chiedono anche di conoscere “i compensi di tutti i Direttori d'orchestra, Registi, Cast, Artisti ospiti, ecc. al fine di valutare l'effettiva congruità con i reali valori di mercato e l'effettivo apporto dato al Teatro e al valore della sua produzione. Chiediamo, infine, che promozioni, passaggi di categoria, incarichi extra CCNL siano verificati in un ottica di trasparenza ed effettiva utilità in relazione agli interessi generali della Fondazione”.

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