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Teatro Opera, via libera dei lavoratori all'accordo che blocca i licenziamenti

L'assemblea dei lavoratori ha approvato a larga maggioranza l'accordo tra la direzione del teatro e i sindacati. Salvi il coro e l'orchestra. Non sono mancati i mal di pancia: "E' un boccone amaro"

Fumata bianca per il Teatro dell'Opera. L'assemblea dei lavoratori ha approvato a larga maggioranza, con sette contrati e tre astenuti sui circa 300 lavoratori presenti, l'accordo sottoscritto dai sindacati e dal management del Costanzi che ha permesso il ritiro del licenziamento collettivo di coro e orchestra ma che contiene, tra le varie misure, un taglio dello stipendio.

L'approvazione dell'accordo pone fine a un lungo braccio di ferro tra la direzione e alcune sigle sindacali, culminate l'estate con diversi scioperi che bloccare alcuni spettacoli, e soprattutto blocca il licenziamento di 180 lavoratori tra coro e orchestra. “Da oggi si parte da un punto zero per rilanciare questo teatro” il commento di Paolo Terrinoni,  segretario generale della Fistel Cisl Roma e Lazio, sigla che fin da luglio aveva firmato il piano di risanamento. “Questo è il sacrificio che tutti i lavoratori hanno inteso dare. E' chiaro che le soluzioni erano queste: o in qualche modo trovavamo dei risparmi o un'altra soluzione in questo momento non c'era”.

Alberto Manzini, segretario generale della Slc Cgil Roma e Lazio, invece definisce l'accordo “di fase perché ogni tre mesi ci dovremo incontrare per capire se siamo sulla linea giusta”. Spiega il sindacalista: “Abbiamo fatto ritirare i licenziamenti. Qualcuno dirà chi ha vinto e chi ha perso, ma non ci sono vincitori o vinti. Sicuramente, perde la linea che sosteneva come licenziando si risanava un luogo di cultura come questo, affermando che era l'unica soluzione praticabile”. Conclude Manzini: “L'esito dell'assemblea vede circa dieci voti contrari su una presenza di oltre 450 dipendenti, perciò è una stragrande maggioranza. E' un accordo che rimette in solidarietà e in unità il teatro stesso, che fino a questo momento aveva al suo interno divisioni importanti, e che vuole rilanciare il teatro in termini di produttività. Su questo siamo d'accordo e su questo ci misureremo nei mesi futuri".

Soddisfatto anche il sovrintendente Carlo Fuortes che ha dichiarato all'Agenzia Dire: “E' una grandissima soddisfazione, perché solo pochissimi lavoratori non hanno ritenuto valido l'accordo. Questo credo che sia veramente un punto importante, perché quell'accordo in realtà sottende un progetto di rilancio e quindi il fatto che praticamente la totalità, la stragrandissima maggioranza dei lavoratori lo ha condiviso per me è motivo di grande soddisfazione e sono sicuro che è un passo fondamentale per il definitivo rilancio e risanamento di questo teatro. Quindi, da oggi in poi spero che si parlerà solo di musica. Domani manderò ai sindacati la lettera formale con il ritiro della procedura".

Nonostante il basso numero di contrari, non è mancata un po' di amarezza anche tra chi ha votato a favore. L'Agenzia Dire riporta alcune voci dei lavoratori. "E' andata, non senza qualche mal di pancia. Io ho votato 'sì', ma è chiaro che questo accordo è un boccone amaro per i lavoratori. Sarebbe giusto a questo punto che i lavoratori, che secondo questo accordo al teatro danno alcuni milioni di euro, diventassero soci fondatori" commenta Lorella Pieralli, mezzo soprano del coro del Teatro dell'Opera di Roma e sindacalista della Fials. "Siamo abituati a guardare avanti e siccome i lavoratori di questa come di tutte le altre fondazioni sono la parte più responsabile e sono sempre stati capaci di salvare il teatro nonostante le direzioni, adesso ci aspetta un percorso minato di due anni, in cui l'obiettivo è il pareggio di bilancio a fine 2016". Altri lavoratori invece lamentano: “Le cifre del risparmio sono state messe solo sulle voci che ci riguardano, mentre la maggiore produttività non è stata quantificata”.

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