Sciopero dei taxi, le auto bianche si fermano: "Non abbiamo i soldi nemmeno per la benzina"
Ugl Taxi: "Abbiamo trasportato per mesi medici e pazienti, abbiamo adeguato le nostre auto per il covid, e abbiamo ricevuto aiuti insufficienti"
Uno striscione alla stazione Roma Termini con scritto "ci scusiamo con l'utenza, ma non abbiamo più nemmeno i soldi per il carburante".
È questo il messaggio di protesta lanciato dai tassisti che oggi hanno indetto uno sciopero nazionale. Alcune delegazioni inizieranno ora a manifestare fuori dal ministero dell'Economia chiedendo interventi concreti per la categoria messa in ginocchio dal coronavirus. I tassisti protesteranno poi anche davanti il ministero dei Trasporti.
La manifestazione centrale è a Roma, ma causa impossibilità di spostarsi per il nuovo Dpcm, in molte città ci saranno altrettante protesta, flash mob, sit in.
"Siamo costretti a fermarci perché non abbiamo neanche più i soldi per il carburante - spiega Alessandro Genovese, responsabile Ugl taxi - abbiamo trasportato per mesi medici e pazienti, abbiamo adeguato le nostre auto con paratie per il covid, ci siamo comprati mascherine, guanti e gel a spese nostre dandole spesso anche agli utenti sprovvisti, ma ad oggi gli aiuti che ci sono arrivati sono davvero minimi. E in più lo Stato continua a chiederci le tasse. Così non si può andare avanti".
Diverse nelle scorse settimane le proteste della categoria nella Capitale. Del 4 novembre un incontro tra rappresentanti di categoria e l'assessore alla Mobilità della Regione Lazio Mauro Alessandri. Diverse le promesse e gli obiettivi fissati per aiutare concretamente i lavoratori. Utilizzare i taxi per integrare il trasporto pubblico locale, in funziona anti assembramenti e anti contagio, accelerare sull'adozione dei voucher mobilità previsti dal Governo, ampliarne l'offerta utilizzando fondi regionali. Ma ancora si attende che diventino realtà.