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Casa, salta il tavolo con Castiglione: i 194 milioni restano bloccati. Sindacati e movimenti: "Si dimetta"

Dopo sei mesi, le parti sociali abbandonano il tavolo. Non firmano nemmeno i costruttori

Sei mesi di incontri terminati con un nulla di fatto. È saltato il tavolo tra l’assessora alle Politiche Abitative del Comune di Roma, Rosalba Castiglione, e quell’aggregato “anomalo” composto da una lunga serie di sindacati (da Cgil, Cisl e Uil di categoria a Unione Inquilini), movimenti per il diritto all’abitare, studenti, al quale si erano seduti anche le sigle delle associazioni rappresentative dei costruttori. “Speravamo di poter giungere a un documento condiviso con Comune e Regione per mettere mano ai problemi abitativi di Roma e invece l’indisponibilità al dialogo dell’assessore ha vanificato i nostri sforzi” hanno scritto in una nota sindacati, movimenti e studenti. “L’assessora si dimetta immediatamente” la richiesta. 

L’ipotesi di un percorso tra l’amministrazione capitolina a guida Cinque Stelle e le parti sociali cittadine per mettere in campo una serie di soluzioni in grado di fronteggiare il disagio abitativo della capitale si è infranta sul nodo ‘legalitario’ rappresentato dalle occupazioni. Nessun accordo è stato infatti trovato in merito alla convenzione tra Regione e Comune che permetterebbe di applicare la delibera regionale con il piano per l’emergenza abitativa e quindi di sbloccare quei 194 milioni di euro fermi ormai da oltre due anni e che sembrano destinati a restare inutilizzati. 

La delibera prevede che le abitazioni reperite con tali fondi possano essere destinate non solo a far scorrere la graduatoria per una casa popolare ma anche per ‘superare’ residence e occupazioni, entrambi nati dalla strutturale carenza di risposte abitative della città, previa verifica dei requisiti di quanti ci abitano che per la maggior parte di  è già in lista di un alloggio pubblico. L’amministrazione capitolina vorrebbe invece destinare la totalità dei fondi per far scorrere le graduatorie e destinarne una parte per ristrutturare gli alloggi popolari già esistenti. 

L’incontro, che si è tenuto lo scorso 12 luglio scorso, era stato rinviato una prima volta di un mese e poi di un’ulteriore settimana “per includere la Regione Lazio” aveva spiegato il Campidoglio in una nota. “Contattato telefonicamente dell’assessora capitolina Rosalba Castiglione, l’assessore regionale Massimiliano Valeriani ha confermato la volontà da parte della regione Lazio di partecipare alla redazione dell’accordo” scriveva. Il giorno dell’incontro, però, in assenza di un accordo sulla delibera regionale, l’assessore Valeriani non era presente al tavolo. 

“La giunta 5 stelle si dimostra incapace di amministrare la città, preferendo continuare con una propaganda sterile e arrogante. E’ un atteggiamento irresponsabile che come forze sociali abbiamo deciso di sottolineare uscendo dall'assessorato” hanno spiegato sindacati, movimenti e studenti in una nota. “Mesi di lavoro e di impegno sono risultati del tutto inutili. Come 'aggregato anomalo' sindacati, associazioni di categoria, studenti, movimenti per il diritto all’abitare e per la rigenerazione urbana, risponderemo ora con tutte le forme democratiche di mobilitazione e di protesta consentite, nessuna esclusa”. 

"Quello che ci è stato riproposto alla firma non è un piano casa” attacca in una nota Asia Usb. “Tra le righe, si intravede il riemergere di interessi del privato a discapito di qualsiasi ispirazione a politiche pubbliche per l’abitare: le uniche che possono dare veramente una svolta nella direzione del riconoscimento di questo primario diritto" continua il comunicato. "Abbiamo richiamato l’Amministrazione al rispetto della legalità, spesso evocata quando si tratta della povera gente ma poco applicata quando si tratta dei piani di zona".
“L’assessora Castiglione si è presentata al tavolo per l’ennesima volta senza modificare nemmeno una virgola del protocollo” ha spiegato Roberto Giordano della Cgil di Roma e del Lazio. “Non possiamo accettare che 197 milioni di euro siano bloccati per dubbi di legittimità da parte del Campidoglio che però continua a non impugnare la delibera”.   

Nel frattempo, sottolinea Massimo Pasquini, segretario di Unione Inquilini “Castiglione e Raggi, sulla scia mediatica della guerra contro ‘Affittopoli’, decidono a tavolino che nelle case del patrimonio comunale ci potranno vivere solo i ricchi: mentre si continuano a pagare 28 milioni di euro all’anno per tenere le famiglie nei residence, l’affitto di 540 appartamenti del comune viene messo all’asta. Si decide di escludere dal proprio patrimonio chi ha redditi medio-bassi senza considerare i risparmi di un suo utilizzo per il drammatico disagio abitativo della città” conclude Pasquini. 

“Aumentano i rischi di un’estate piena di tensione sociale” il commento di Paolo di Vetta dei movimenti per il diritto all’abitare. “L’atteggiamento dell’amministrazione non sta consentendo l’uso di soldi che potrebbero far scorrere la graduatoria più velocemente. Ci aspettiamo una presa di posizione da parte di tutte le famiglie in graduatoria”. 

Circa 11.600 il numero di quanti avrebbero diritto a vedersi assegnato un alloggio popolare. Numeri ai quali si aggiungono circa 6 mila persone che vivono nelle occupazioni. E poi gli sfratti, una silenziosa emorragia che vede ogni giorno circa 15 famiglie perdere la propria casa. Il percorso tenterà di proseguire con la regione Lazio. “Chiediamo un confronto immediato per dare risposte concrete a chi vive da troppi anni in condizione di disagio e sofferenza” la richiesta di sindacati e movimenti. Già nei prossimi giorni, fanno sapere dall’assessorato di Valeriani, verranno calendarizzati degli incontri. E mentre per il Comune il dialogo con la Regione finalizzato ad individuare interventi condivisi sul tema continua, quello con la città del disagio abitativo e dei senza casa è stato interrotto. 

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