Tavolino selvaggio, al lavoro per il nuovo regolamento: chieste più sanzioni per salvare le strade del centro
Commissione commercio alla ricerca d'una proposta condivisa di regolamento per le occupazioni di suolo pubblico
Sono state 5996 le domande inviate, tra la primavera del 2020 ed il novembre del 2022, per nuove occupazioni di suolo pubblico. Il dato, che comprende le nuove concessioni e le modifiche alle precedenti, è riferito alle pratiche inoltrate all’amministrazione per sfruttare le possibilità offerte durante l’emergenza Covid ed è quello che ha portato al proliferare di tavolini e dehors.
Dove sono proliferati i tavolini
Andando ad analizzare il dato nel dettaglio, emerge che sulle circa 6mila istanze presentate, quasi un terzo (1896 per l’esattezza) sono quelle che hanno riguardato il municipio centro, quello amministrato dalla presidente Lorenza Bonaccorsi. Subito dopo arriva, ma a debita distanza, il municipio di San Lorenzo e del Nomentano, dove le domande inoltrate sono state 233. Per avere un ulteriore riferimento, nel municipio VII (il più popoloso di Roma, quello che ospita quartieri semicentrali come San Giovanni e l’Appio Latino) le domande ricevute sono state 95.
La comparazione tra i numeri elencati, dimostra in maniera inequivocabile quello che, ai romani, già è intuitivamente noto: i tavolini ed i dehors sono proliferati nelle strade di Trastevere, Testaccio, del rione Celio e di Monti. Ed è per questo che, chi vi abita, ne sta chiedendo conto. Anche perché, con la deroga concessa dal governo lo scorso anno che è ormai in scadenza, il futuro resta incerto. In questo contesto, va registrato il tentativo della commissione commercio di Roma Capitale, di mettere insieme le proposte di tutti gli attori interessati dalla questione: dei cittadini, quindi, e degli esercenti.
Dossier - Il comune ha perso il controllo dei dehors
L' esigenza del nuovo regolamento
L’aspetto che nella commissione, svoltasi nella mattinata de 7 dicembre, è sembrato mettere tutti d’accordo, è l’esigenza di arrivare ad un nuovo regolamento. Lo hanno invocato i comitati di quartiere e le associazioni di categoria. I primi, consorziatisi nella “rete della associazioni città vivibile”, sono tornati a ribadire l’esigenza di ricorrere ad “uno strumento di pianificazione dell’occupazione di suolo pubblico”, che sia una versione aggiornata del piano di massima occupabilità che era in vigore prima della pandemia. Al tempo stesso, gli esponenti della rete, hanno evidenziato l’esigenza di lavorare “sul fronte delle regole e delle sanzioni”, ed anche su quello della “delocalizzazione delle attività di somministrazione” in quanto le strade del centro hanno già raggiunto una loro saturazione.
Cosa dicono le associazioni di categoria
Un quadro di regole chiare che preveda anche la possibilità di sanzionare in maniera certa chi non le rispetta, è stato invocato anche dalle associazioni di commercianti intervenute in commissione. “Dove c’è ordine di lavora meglio, si vive meglio e si sta meglio insieme” ha commentato il presidente della Fipe di Roma e provincia Sergio Paolantoni, titolare del Caffè Palombini che inoltre annunciato di essere al lavoro, con le altre sigle legate al mondo del commercio romano ad “una proposta di regolamento unitaria”. Approdo che è stato confermato anche da Claudio Pica, presidente della Fiepet Roma il quale però, nel ricordare che “ci troviamo a 25 giorni dalla scadenza del 31 dicembre ed i commercianti non sanno cosa succederà” ha auspicato un “confronto serrato prima di Natale” con l’amministrazione comunale.
La sfida del Campidoglio
Al Campidoglio il compito di raccogliere le proposte e di lavorare ad un nuovo regolamento che superi la condizione emergenziale che ha portato, soprattutto al centro, al proliferare di tavolini e dehors. Resta la spada di Damocle di una proroga che potrebbe comunque arrivare. Ma che non esclude il lavoro da fare per preparare un regolamento che tenga conto dell’esigenza di far convivere, serenamente, residenti e commercianti. Questo nuovo regolamento, in grado di fissare i paletti di questa pacifica convivenza, ad oggi, ancora non c’è.