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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Bar e ristoranti piegati dalla crisi, il muro dei comitati: "Più tavolini non è nell'interesse pubblico"

Neanche l'emergenza ammorbisce i vecchi alterchi. La replica dei commercianti: "Ecco la solidarietà lasciata dal Covid-19. Vergognatevi"

Altro che più tavolini. Guai solo ad avanzarla come ipotesi. Ampliare le concessioni di suolo pubblico, come proposto dal Campidoglio, per sostenere bar e ristoranti stroncati dall'emergenza coronavirus non sarebbe nell'interesse della città. A dirlo 15 associazioni e comitati del Centro storico, da sempre schierati in difesa del decoro urbano e dei beni monumentali di Roma. Che anche stavolta, nessuna eccezione per il momento storico straordinario in corso, non accettano deroghe. In una lunga lettera rivolta all'amministrazione capitolina, firmata tra i tanti dal coordinamento Residenti città storica, all'associazione Progetto Trastevere, dal comitato ambiente e legalità Ponte Milvio, dal comitato in difesa di Villa Borghese, gli argomenti di chi da quell'orecchio non vuole sentire: crisi o non crisi importa poco, i marciapiedi non si toccano.  

"Se appare opportuno cercare soluzioni che possano aiutare le piccole e medie imprese a uscire dalla crisi, le associazioni scriventi non condividono però gli strumenti che questa maggioranza ha inteso mettere in campo" scrivono nell'appello. Si chiedono e chiedono "come si possa derogare ai limiti e ai vincoli posti dalle normative in materia di sicurezza, urbanistica e tutela architettonica e del paesaggio" e ancora "al codice della strada" o "al codice dei beni culturali"

Impossibile per i paladini del decoro cittadino "mantenere lo stesso numero di tavolini perché con il distanziamento verrebbero distribuiti su una superficie molto più ampia rispetto a quella concessa". E allora come aiutare le attività produttive e le famiglie che rischiano il tracollo? Lanciano qualche idea, tipo abbattere il canone di concessione per i più penalizzati o "agevolare una riconversione delle licenze nelle aree cittadine maggiormente colpite dalla mancanza di turisti".

La replica dei ristoratori: "Vergognatevi"

Dure le reazioni della categoria. La lettera ha fatto il giro dei social network, scatenando l'ira dei commercianti. "Eccola qua la solidarietà che ha sviluppato il Covid-19" si legge sulla pagina Senza tavolini Roma si spegne. "Per loro possiamo anche morire, una lettera pretestuosa, senza senso e ricattatoria per i politici. Vergognatevi". 

"Chiedere di riconvertire le licenze è una derisione nei confronti della categoria" commenta Roberta Pepi, titolare del ristorante Robertino di via Panisperna, e vice presidente dell'associazione Roma più Bella. "Le nostre aziende sono fatte di donne e uomini che per la stragrande maggioranza hanno studiato per fare questo lavoro, io sono una Master sommelier dal 2001 e non mi sono mai preoccupata di esporre i miei titoli nel mio ristorante, perchè la nostra professionalità non si deve appendere a un muro ma fare sentire al cliente in sala, nell’accoglienza, in quella bellissimo verbo nascosto nella parola ristorazione". E ancora: "Noi ristoriamo quello è il nostro compito e lo facciamo estrema cura e amore, quello sappiamo fare. Come si può in un momento così difficile passare sopra ad un aspetto così importante?". 

Lo scontro è anche politico 

Un braccio di ferro che ha il suo specchio tra le forze politiche. A difendere residenti e decoro urbano il consigliere Pd, ex presidente del I municipio, Orlando Corsetti: "Tale impostazione, nonostante la richiesta venga giustificata con il drammatico momento che stiamo vivendo, appare fortemente lesiva del pubblico interesse ed estremamente pericolosa per la salute pubblica". Contro Corsetti e in difesa dei commercianti il capogruppo di FdI in municipio Stefano Tozzi: "Riteniamo irresponsabili le dichiarazioni di chi mostrando un egoismo di carattere sociale e una insensibilità umana oltre ogni limite, sta divulgando notizie false. Nessuno vuole derogare a parametri 
che riguardano la sicurezza e il decoro di tutti. Riteniamo poi che vadano messi in campo anche altri tipi di aiuti quali il sostegno agli affitti, annullamento dei tributi locali ed altro. Abbiamo coinvolto i nostri gruppi in Campidoglio e in Regione proprio per questo"

Insomma, neanche un'emergenza di portata mondiale allenta vecchi alterchi e dinamiche consolidate. L'eterna lite tra ristoratori e residenti del centro di Roma sopravvive anche al coronavirus. 

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