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Più tavolini per i ristoranti, a tre mesi dagli annunci il M5s vota la delibera: ecco le nuove regole

Il testo passa in Consiglio comunale ma resta lo scontro tra il consigliere Coia e l'assessore Cafarotti. Aumenta la concessione di suolo pubblico per i ristoratori e anche per le librerie

"Siamo al fianco di chi lavora. Un aiuto concreto alle attività produttive della nostra città" twitta in serata la sindaca Virginia Raggi. Già, meglio tardi che mai. A tre mesi dai primi annunci, tra polemiche, strappi in maggioranza, divisioni con la giunta e il braccio di ferro con la Soprintendenza, finalmente il Consiglio comunale ha votato le nuove regole per l'occupazione di suolo pubblico, quella da concedere in più a bar e ristoranti per risollevarsi dall'emergenza economica legata alla pandemia di coronavirus. 

Quanto spazio in più e per quanto

Estensione delle occupazioni di suolo pubblico già esistenti fino al 50% nel Centro storico e al 70% nel resto della città, unici limiti il Codice della strada e la distanza minima di 5 metri dai monumenti, con possibilità di presentare domanda agli uffici entro il 31 ottobre 2020 e durata dell'occupazione di 18 mesi e non più 6, come inzialmente previsto. Sono i punti cardine del nuovo testo normativo. L'Assemblea capitolina, oggi riunita in seconda convocazione dopo il flop di venerdì scorso e quattro sedute di discussione, ha approvato la delibera con 20 voti favorevoli (di M5S, Lega e Fratelli d'Italia), 5 contrari e nessun astenuto.

Via libera anche per le librerie

Gli emendamenti passati grazie anche ai voti del centrodestra sono arrivati dalla stessa maggioranza M5s, non soddisfatta della prima versione del testo partorita dall'assessore al Commercio Carlo Cafarotti. Che, come la Sovrintendenza, ha espresso in parte parere negativo alle modifiche apportate, fortemente volute invece dal presidente di commissione Andrea Coia. Primo punto: le percentuali di allargamento dei tavolini dall'iniziale 35% sono passate per il Centro storico al 50, modifica arrivata nonostante i pareri contrari della Soprintendenza. E non solo. Le estensioni riguarderanno anche le librerie, i centri sportivi e le attività ricettive, ma non i laboratori artigianali: i pentastellati hanno infatti bocciato i documenti di Pd e FdI che estendevano le deroghe anche a questa categoria. 

Stop in 30 piazze monumentali

Sulla possibilità introdotta dalla Giunta di estendere, in mancanza di spazio, dehors e tavoli fino a una distanza massima di 25 metri dal proprio locale poi, un emendamento a firma della presidente della commissione Cultura, Eleonora Guadagno (M5S), tira il freno. La possibilità non vale infatti per tutte le principali piazze del Centro (da Navona a Spagna, passando per San Silvestro, Pantheon e Torre Argentina), una trentina in totale, dove saranno tollerate solo installazioni a filo fabbricato o a filo marciapiede.

Il monitoraggio della Sovrintendenza

Un altro emendamento, sempre di Guadagno, introduce inoltre un monitoraggio trimestrale da parte della Sovrintendenza capitolina sulle aree di competenza, per adottare eventuali correttivi alle misure introdotte dalla delibera. 

Le pedonalizzazioni temporanee

Infine, altra modifica importante, proposta stavolta dal presidente della commissione Mobilità, Enrico Stefano, prevede la possibilità di pedonalizzazioni temporanee, dove posizionare i tavolini, nelle aree anche non strettamente in prossimità degli esercizi commerciale. Oltre che dal M5S, il provvedimento ha ricevuto il voto favorevole anche da parte dei gruppi del centrodestra, Lega e Fdi. 

"C'è gente che lavora, che alza le serrande alle sei del mattino, attorno a questo bisogna fare quadrato - ha spiegato il capogruppo di Fdi, Andrea De Priamo - il problema oggi è dare una risposta e questo atto, anche grazie al nostro contributo, va nella direzione di quello di cui ha bisogno la città in maniera maggiore rispetto alla delibera di maggio. Poteva essere fatto meglio, mancano i laboratori, i cinema e i teatri, ma speriamo che in futuro si possa lavorare anche su questo". 

Il voto contrario del Pd

Contrario invece il Partito democratico, che ha votato contro denunciando conflitti normativi rispetto alle previsioni contenute nel decreto Rilancio emanato dal governo Conte. "Bisogna evitare lo scontro con gli organismi sovraordinati, Soprintendenza, Sovrintendenza ma anche il Governo - ha spiegato il capogruppo dem Giulio Pelonzi - dobbiamo fare insieme un ordine del giorno che chiede al Governo di prorogare gli effetti giuridici del decreto (che fissava i termini delle concessioni al 31 ottobre 2020, ndr): andare contro la Giunta e lo stesso esecutivo con questa delibera, oltretutto fragile normativamente ed esposta a ricorsi, lo riteniamo come lanciare un guanto di sfida in un duello a perdere sulle spalle di una categoria in crisi".


 

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