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Il pagamento della Tasi slitta a ottobre, Marino: "Era meglio dividerla in due rate"

La proroga è per i comuni che non hanno stabilito l'aliquota. Il sindaco punta il dito verso l'Aula Giulio Cesare: "Peccato il ritardo nell'approvazione del bilancio"

Slitta a ottobre il pagamento della Tasi, la tassa sui cosiddetti 'servizi indivisibili'. Per il comune di Roma, in base a quanto prevede il bilancio licenziato dalla giunta, la tariffa è fissata al 2,5 per cento per le prime case mentre per le seconde, oltre alla Tasi, i proprietari dovranno pagare anche l'Imu. E mentre dal Campidoglio si teme per gli effetti sulle casse capitoline causati dal ritardo del versamento degli importi, e su questo dovrebbe intervenire il governo con 'un'anticipazione', a non essere soddisfatto è il sindaco Ignazio Marino che ai microfoni di Radio Radio ha lamentato il ritardo nell'approvazione del bilancio da parte dell'Assemblea capitolina e, di conseguenza, anche della determinazione dell'aliquota.

IL RITARDO  - “Molti Comuni hanno deliberato il bilancio in tempo e così è stato anche a Roma, dove ho molto insistito perché dopo tanti anni si tornasse sul binario di un'amministrazione sana e quindi che si votasse il bilancio in Giunta entro il mese aprile, e lo abbiamo fatto” ha affermato. “Purtroppo poi l'Assemblea capitolina nella sua insindacabile autonomia ha stabilito di valutare il documento dopo le elezioni europee e questo porterà a un ritardo nell'approvazione del bilancio, e quindi la Tasi non potrà essere pagata a giugno e a dicembre e molto probabilmente non prima di ottobre”.

DUE RATE - Marino teme quindi che lo slittamento della tassa comporti il pagamento, probabilmente a ottobre, ma in un'unica soluzione e non in due rate, giugno e dicembre, come avviene per i comuni che invece hanno già stabilito l'ammontare dell'aliquota. “Per me è un dispiacere perché con la manovra di equità sociale che abbiamo messo in atto la Tasi costerà sì in media 110 euro in meno ai romani rispetto all'Ici e all'Imu precedenti, ma io volevo che fosse anche divisibile in due rate in modo da incidere ancora di meno sulle famiglie in un momento di crisi. Purtroppo fino a quando l'Assemblea capitolina non varerà il bilancio non si potrà sapere in quali mesi dovrà avvenire il pagamento".

L'APPELLO – Il sindaco si è quindi rivolto all'Aula Giulio Cesare affinché non venga modificato quanto contenuto nel bilancio: “La Tasi sulla seconda casa data in uso ai figli verrà calcolata come prima casa, la tassa costerà 110 euro in meno, mentre 530mila romani, sempre appunto che l'Assemblea capitolina confermi le mie decisioni, non pagheranno l'Irpef comunale e avremo i soldi per la prima volta dopo tanti anni per costruire quasi 1.100 alloggi popolari, dopo che negli ultimi 10 anni ne sono stati costruiti soltanto 1.800”.

CORATTI – In merito ai ritardi nella giornata di ieri il presidente dell'Assemblea capitolina Mirko Coratti ha spiegato: “Non ci sono i tempi tecnici per approvare entro il 23 maggio le nuove aliquote. L'Assemblea capitolina deve avere la possibilità di analizzare e porre ordine all'applicazione di una imposta complessa che racchiude in sè il possesso di immobili, la tariffa sulla produzione di rifiuti e quella che copre i servizi comunali indivisibili” spiega Coratti. A differenza di quanto scritto da Marino il presidente dell'assemblea capitolina ha spiegato: “Non escludo pertanto la possibilità, in fase di discussione d'aula, di apportare correttivi e miglioramenti sull'applicazione dell'aliquota Tasi alle abitazioni e ai locali destinati al commercio e alle produzioni artigianali".

LA TASSA – Nel bilancio licenziato dalla giunta comunale, che deve essere approvato dall'Assemblea capitolina, la Tasi per la prima casa è stata fissata al 2,5 per mille, con probabili detrazioni per i cittadini meno abbienti, mentre per le seconde case all'11,4 per mille, lo 0,8 per mille in più rispetto all'anno precedente. Agevolazioni però per chi concede ai figli con un reddito Isee inferiore ai 15 mila euro l'utilizzo della seconda casa. Per questi l'aliquota, in base a quanto stabilito fin'ora, l'aliquota rimane al 2,5 per mille.

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