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Rifiuti, sì in giunta al piano economico di Ama: slitta il pagamento della Tari

Nel piano è prevista un'agevolazione a tutte le utenze in difficoltà economica. E su futuri aumenti della tassa il Campidoglio frena: "Prelievo totale sarà inferiore al 2019"

Da una parte lo stop temporaneo della Tari, la tassa sui rifiuti, per chi ha subito danni dall'emergenza coronavirus. Dall'altra l'aumento del costo del servizio, che, è il timore di molti, potrebbe comportare un aumento della tariffa. Sono i due punti chiave contenuti nella delibera di giunta capitolina approvata ieri contenente il Piano economico-finanziario di Ama 2020, che ora verrà sottoposto alla valutazione dell'Assemblea capitolina. 

Nel piano è prevista appunto un'agevolazione a favore di tutte le utenze, domestiche e non domestiche, in difficoltà economica per l'emergenza covid. L'utente dovrà presentare agli uffici del dipartimento Risorse economiche l'apposita istanza dichiarando l'entità del disagio subito entro la fine dell'anno. Se verrà accolta potrà appunto pagare, senza sanzioni né interessi, entro il 15 dicembre 2021. Ancora da dettagliare i requisiti necessari per accedere. Saranno contenuti in un'apposita determinazione dirigenziale. 

Nel complesso però, guardando al Piano economico approvato, aumenta il costo per il servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani e dei servizi di igiene urbana di Roma, per un ammontare di 819,5 milioni per l'annualità in corso. Trentatrè milioni di euro in più rispetto al Pef del 2019 che aveva ricevuto un via libera per un totale di 786,9 milioni di euro. "Tale importo - si legge nella delibera con riferimento agli 819,5 milioni - costituisce la base finanziaria su cui articolare le tariffe Tari 2020, con separato provvedimento". Uno scostamento che porterà a un aumento automatico della tassa?

"In questo modo la tariffa sui rifiuti, già più alta d'Italia, aumenterà di un ulteriore 5%, mentre la città è sempre più sporca" commentano i consiglieri del Pd Giulio Pelonzi e Valeria Baglio. Il Campidoglio però assicura che nonostante l'aumento del costo del servizio, non è previsto al momento nessun rialzo della tassa, anzi. Dalla cifra di 819,5 milioni vanno sottratte le riduzioni già fissate in fase di emergenza sanitaria. "Il prelievo complessivo a carico dell'utenza - spiegano - subirà comunque una riduzione per per effetto delle limitazioni adottate a livello nazionale e locale per contrastare l'emergenza Covid-19. Sarà pari a circa 756 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai quasi 763 milioni del 2019 e ai 771 milioni del 2018". 

L'atto approvato dalla giunta contiene anche un contratto di cessione del credito da Ama a Roma Capitale relativo a 102,2 milioni di euro di crediti Tari relativi alle annualità 2003/09 che secondo Ama non sono più esigibili e che sono stati spalmati su quattro annualità: 36,5 milioni nel 2020, 36,5 milioni nel 2021, 15 milioni nel 2022, 14,6 milioni nel 2023. Questi "eventuali successivi recuperi di crediti già considerati inesigibili - si legge ancora nella delibera - costituiranno sopravvenienze attive, da inserire tra le entrate da dedurre dai costi nell'esercizio in cui insorgeranno e dovranno essere riversate a Roma Capitale".


 
 

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