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Sei anni di tari non pagata. Giudice (per la prima volta) non applica il regolamento e condanna Roma Capitale

Pur non avendo rispettato alcuni passaggi formali previsti dalla normativa, l'utente era esentata dal pagamento e la commissione tributaria le ha dato ragione

Il giudice condanna Roma Capitale alle spese legali per aver recapitato sei cartelle esattoriali a un'utente, ignorando di fatto la sua situazione reddituale che invece da normativa la esentava dal pagamento. La sentenza, che RomaToday ha potuto visionare, risulta anomala rispetto alla prassi. 

"Il magistrato tributario ha scelto di non applicare il regolamento del comune di Roma, come normalmente accade in cause del genere, ma semplicemente un principio di equità sociale" spiegano gli avvocati Daniele Castoro e Susanna D'Alessio, che hanno assistito Manuela (nome di fantasia) nel ricorso fatto contro il Campidoglio. Ma vediamo i dettagli del caso. 

Nel 2012 la donna comunica ad Ama il suo Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). Non supera la soglia dei 6.500 euro annui e da regolamento capitolino le spetta l'esenzione totale dal pagamento del tributo sui rifiuti. Nel 2020 però la stessa riceve da Aequa Roma, agente di riscossione di Roma Capitale, sei richieste di pagamento corrispondenti a sei anni di supposti arretrati per circa 7mila euro, con annessa sanzione per il mancato versamento. 

"La signora non sapeva, e non veniva informata, che, per continuare a usufruire di tale esenzione negli anni a seguire, il regolamento del comune prevede che debba ripresentare l'apposita istanza ogni anno" spiegano i legali. Da qui il ricorso alla commissione tributaria provinciale di Roma. La donna non aveva effettivamente ripresentato ogni anno la domanda, ma in quegli anni aveva ancora i requisiti reddituali per poter usufruire dell'agevolazione. 

Quella di Ama, per gli avvocati, era una pretesa illegittima. Aspetto su cui il giudice ha pienamente concordato, accogliendo le ragioni della contribuente e annullando integralmente gli avvisi. È vero che esiste un regolamento e non è stato rispettato, ma si tratta di un aspetto formale che non può avere la meglio, è il senso del verdetto finale, su quello sostanziale, inerente allo stato di indigenza della ricorrente. "Ritiene questa commissione - si legge nel testo della sentenza - che il mancato rispetto formale della reiterazione della domanda non costituisca motivo per fare venire meno il diritto all'esenzione una volta accertata l'esistenza dei presupposti previsti dalla norma". 

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Insomma, la donna aveva tutto il diritto a non pagare la tari. C'è invece chi ne ha diritto e non la paga. A dirlo sono gli ultimi dati diffusi dal Campidoglio sull'evasione della tassa e sull'incapacità di fatto di Ama di riscuoterla con efficacia. Negli ultimi cinque anni il Campidoglio ha riscosso dai cittadini solo il 34% di tari. Ed è riuscito a recuperare solo il 20% delle multe emesse. I dati sono stati forniti durante l'ultima seduta di Consiglio comunale dall'assessora capitolina al bilancio, Silvia Scozzese, durante la presentazione del documento di rendiconto 2021. 

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