Elezioni, Stefano Fassina candidato sindaco per la sinistra: "Sono disponibile"
L'annuncio da parte del vicepresidente regionale Smeriglio (Sel): "Il 27 novembre a Ostia presenteremo la sua disponibilità". La conferma del diretto interessato: "Non sarà il lancio della candidatura ma l'inizio di un percorso"
Stefano Fassina candidato sindaco di Sinistra Italiana e Sel a Roma. Se per dare il via alla corsa vera e propria è davvero troppo presto, è ormai chiaro che la sinistra romana guarda al deputato fondatore della Sinistra Italiana come il nome giusto. "Il 27 novembre a Ostia presenteremo una disponibilità di candidatura di Stefano Fassina per la carica di sindaco alla città di Roma. Non è la candidatura di Sinistra italiana o di Sel, ma una disponibilità perché significa che vogliamo discutere" ha detto il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio a margine della presentazione del suo libro insieme al deputato Pd, Gianni Cuperlo nella sezione Sel del Tufello.
Lo ha confermato anche il diretto interessato, Stefano Fassina, all'agenzia Dire: "L'assemblea del 27 a Ostia non sarà il lancio della mia candidatura a sindaco, ma l'inizio di un percorso di ascolto e partecipazione che parta dalle periferie per ricostruire Roma". Fassina quindi è in campo per la Capitale. La sua candidatura, specifica, "dovrà nascere dal percorso e dalle iniziative che abbiamo intenzione di sostenere". Era stato proprio Fassina a dirsi favorevole a sostenre un candiato del Movimento cinque stelle nella Capitale.
Una prima discriminate scelta, sembra essere una posizione critica nei confronti del Partito Democratico colpevole di "aver chiuso in maniera notarile e senza passaggi democratici" la stagione della giunta Marino: "Ogni alleanza con chi si è comportato in quel modo è moralmente incompatibile con il progetto di ricostruzione della città" ha detto. Una posizione che su Roma, mentre per la Regione continua a funzionare, è condivisa anche da Smeriglio: "L'epilogo della Giunta Marino è stato devastante, una pagina vergognosa della politica romana e bisogna dirlo, altrimenti la città diventa ostaggio di discussioni che si svolgono altrove". Poi ha aggiunto: "Penso che se non ci saranno discontinuità importanti a Roma nel Pd, come il ritorno banale della democrazia o il superamento degli attuali assetti, è difficile immaginare la ripresa di una discussione perchè non possiamo dire che abbiamo scherzato con i cittadini".
