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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il Campidoglio ospita il 'Caso Cucchi', Marino: "La verità non può rimanere nascosta"

Nella sala della Protomoteca è stato presentato il libro 'Mi cercarono l'anima. Storia di Stefano Cucchi edito dalla casa editrice Altreconomia e scritto da Duccio Facchini. Presente anche il sindaco che si era occupato del caso come Presidente della Commissione parlamentare sul sistema sanitario nazionale

Si è tenuta nella sala delle grandi occasioni, la Sala della Protomoteca in Campidoglio, la presentazione del libro 'Mi cercarono l'anima. Storia di Stefano Cucchi' perché “per noi la sua storia è importante”. Con queste parole il sindaco della Capitale Ignazio Marino ha salutato i genitori del trentenne romano, morto nell'ottobre del 2009 all'ospedale Pertini dopo una settimana di detenzione in seguito all'arresto per possesso di sostanze stupefacenti. A parlare del libro inchiesta era presente l'autore, Duccio Facchini, il capogruppo capitolino di Sel, Gianluca Peciola, il Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, Luigi Manconi, l'ex presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura Mauro Palma, il legale della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, e la famiglia di Stefano, Ilaria, Rita e Giovanni Cucchi.

Una “semplicità drammatica” quella dei fatti ricostruiti fedelmente, con la forza dei documenti e delle testimonianze “accantonate” e “depurate da ogni omissione”. Una storia “che è necessario raccontare con coraggio” specifica Gianluca Peciola proprio come accadde cinque anni fa quando l'attuale sindaco di Roma era presidente della Commissione di inchiesta sul sistema sanitario nazionale. “Come quella di Mastrogiovanni, la storia di Cucchi ci venne segnalata da tanti cittadini che ci scrissero chiedendoci di andare più a fondo per stabilire un po' di verità” ricorda il sindaco che specifica come al tempo si impegnò per far “desecretare tutti gli atti raccolti dalla commissione in merito alla morte del giovane”. Cinque anni dopo il sindaco ribadisce di aver preso una posizione in merito alla vicenda: “La verità dev'essere portata alla luce” afferma guardando negli occhi i genitori di Stefano. 

Cinque anni dopo non c'è pace per la famiglia Cucchi che si sta preparando, dopo la chiusura del primo grado del processo ad affrontare una nuova battaglia giudiziaria. Nella vicenda di Cucchi raccontata nel libro la “verità storica che emerge dagli atti è distante dalla verità giudiziaria” puntualizza Duccio Facchini. “Noi partiamo da una verità: Stefano Cucchi nel giorno dell'arresto stava bene poi è stato pestato e portato all'ospedale. Dopo una settimana di detenzione è morto” esordisce l'avvocato Fabio Anselmi. E la presentazione di 'Mi cercarono l'anima' in Campidoglio è stato anche il modo per ricordare “che non siamo soli e che è importante continuare a sperare che valga ancora la pena andare avanti perché sento che magari nel nostro futuro e percorso giudiziario ci sarà qualcuno che questa volta davvero avrà a cuore il rispetto della verità” commenta Ilaria Cucchi che, insieme ai genitori, non era sola nel suo dolore ieri pomeriggio nella sala della Protomoteca.

Presenti infatti anche Grazie Serra, nipote di Franco Mastrogiovanni, morto durante un trattamento sanitario obbligatorio all'ospedale di Vallo della Lucania, e Claudia Budroni, sorella di Dino, morto nel luglio del 2011 a Roma colpito da un proiettile di una pistola di ordinanza di un poliziotto. E l'elenco con i nomi delle donne “dalla forza politica e umana straordinaria”, per usare le parole di Manconi, che si battono per trovare verità per i propri figli e fratelli è stato a lungo ricordato nel corso dell'evento. Il giorno è di quelli particolari. Proprio ieri la Consulta della Corte Costituzionale ha bocciato la legge Fini-Giovanardi che inasprisce le pene per possesso di sostanze stupefacenti. “Non un fatto slegato dalla vicenda Cucchi” ha puntualizzato Manconi. E non solo perché il giovane venne arrestato proprio a causa di quella legge. “Ma perché la storia di Stefano è l'esempio di quella criminalizzazione delle persone su cui si basava quella stessa legge”.

Nei prossimi mesi, come annunciato dal consigliere di Sel Gianluca Peciola, nascerà la 'Casa di Stefano', un centro per l'assistenza dei tossicodipendenti voluto dai coniugi Cucchi per ricordare il figlio. Ha spiegato Peciola: “Abbiamo iniziato un'interlocuzione con l'assessore alle Politiche Sociali, Rita Cutini, per fare in modo che questo sogno possa diventare realtà”.

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