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Inchiesta sulle scale mobili, dai sindacati ai costruttori: "Il Comune crei una stazione unica appaltante"

Lo propone la Cgil di Roma e del Lazio. Il presidente di Acer Rebecchini aggiunge: "Servono regole certe"

Le indagini sugli incidenti avvenuti alle scale mobili delle stazioni metro Barberni e Repubblica, hanno aperto il dibattito sul sistema degli appalti in città. Dai sindacati ai costruttori, l'appello rivolto al comune di Roma è quello di creare un'unica stazione appaltante a cui affidare la gestione di tutte le procedure di gara, da quelle delle aziende partecipate a quelle dei dipartimenti del Comune.  

Ad avanzare la proposta nei giorni scorsi sono stati il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, Michele Azzola, e quello della Filt Cgil di Roma e Lazio, Eugenio Stanziale: "La vergognosa vicenda dell’appalto per la gestione della manutenzione delle scale mobili della metropolitane della Capitale è la conferma che a Roma esiste un sistema di appalti malato e corrotto", si legge in una nota. "La magistratura continua a intervenire sui sintomi mentre è compito della politica e delle amministrazioni estirpare la malattia che ha colpito Roma Capitale e le sue società partecipate. La gestione degli appalti, lasciata in mano alle aziende o ai dipartimenti del Comune, si è dimostrata fallimentare, sia per gli elementi di corruzione che genera che per l’assenza di competenze nella gestione delle procedure previste dal Codice degli appalti".

Da qui la proposta: "È arrivato il momento di costituire un’unica stazione appaltante in sede al Comune di Roma, sul modello Consip. Una struttura in cui far confluire competenze elevate in termini di procedure ma soprattutto di controllo e trasparenza, rompendo un sistema che vede funzionari aziendali o comunali da troppi anni in rapporto con fornitori spregiudicati. Una stazione unica appaltante che si ponga come ente terzo e super partes".

Della stessa idea è il presidente di Ance Roma - Acer Nicolò Rebecchini, che ha spiegato: "L’idea della creazione di una stazione unica appaltante ci vede favorevoli da tempo e lo abbiamo diverse volte rappresentato all’amministrazione” afferma il presidente dei costruttori romani. L’istituzione di un unico centro di affidamento degli appalti va anzitutto nella direzione indicata dal codice dei contratti, che vede di buon occhio la riduzione e la centralizzazione delle committenti e si traduce pertanto in garanzia di univocità di comportamenti e, di conseguenza, nella certezza delle regole da applicare. Questo, in presenza di un quadro normativo complesso, costituisce elemento di tutela essenziale per gli operatori", spiega. "Inoltre esalta anche le conoscenze e le competenze consentendo di accentrare funzioni complesse nelle mani di operatori esperti e avveduti".

Per Rebecchini bisogna però effettuare un ulteriore passo: "È d’altro canto indispensabile anche un salto di qualità nella gestione del patrimonio pubblico. Occorre transitare da una manutenzione legata ad interventi sporadici, ad una manutenzione programmata, che abbini alla manutenzione ordinaria quella straordinaria. Solo in tal modo si potrà procedere ad una selezione degli operatori corretta, garantendo l’affidabilità degli stessi in termini di qualità della prestazione resa e di assunzione di piena responsabilità circa la corretta esecuzione dei lavori". 

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