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La scure sui centri antiviolenza: "Sottratti fondi nel bilancio per 300mila euro"

La denuncia del capogruppo di Sinistra Italiana, Stefano Fassina: "Presentato emendamento per recuperare le risorse". Anche il Pd capitolino rilancia la polemica: "Bilancio troppo tecnico"

Si dice alle donne "denunciate", poi si tolgono i fondi ai presidi dedicati all'ascolto, allo sfogo, al dialogo. Nella manovra di assestamento di bilancio licenziata dalla giunta Raggi sono spariti 300mila euro dagli stanziamenti per i centri antiviolenza. Nella Capitale del Paese in cui ogni due giorni una donna viene ammazzata da un uomo, i luoghi che dovrebbero aiutare le vittime, spingerle a parlare, a fuggire, a trovare un rifugio, non sembrano una priorità.  

A dare l'allarme è stato Stefano Fassina, capogruppo di Sinistra Italiana, intervenendo in Assemblea capitolina quando la stessa manovra è passata al vaglio dei consiglieri: "Non esistono bilanci esclusivamente tecnici. Il bilancio contiene sempre scelte politiche. E' un atto politico, ad esempio, sottrarre 300mila euro agli stanziamenti destinati ai centri antiviolenza. Abbiamo presentato un emendamento per recuperare le risorse tolte a un servizio che purtroppo continua ad essere fondamentale alla luce delle tante vergognose violenze che si sono verificate anche recentemente nei confronti di tante donne"

Una polemica rilanciata anche dal gruppo Pd capitolino, che tra ordini del giorno ed emendamenti per "umanizzare" una manovra "troppo tecnica", ha inserito anche "l'impegno a reinvestire i 300mila euro tolti ai centri antiviolenza". A fare eco anche i dem dai municipi. "L'era Raggi si era aperta il 24 giugno con l'impegno di non chiudere i Centri Antiviolenza. Da una sindaca ci aspettavamo determinazione e coerenza almeno su questi temi" hanno dichiarato le segretarie del PD dell'XI parlamentino, Daniela Gentili (Magliana), Maria Teresa di Sarcina (Marconi) e Maria Grazia Passuello (Trullo). "Ora che la campagna elettorale è finita, è sulla pelle delle donne che si trovano a vivere situazioni atroci che si concretizza per la Sindaca il taglio agli sprechi?"

Senza contare la situazione già precaria di diversi centri deputati ad accogliere donne in difficoltà. Negli ultimi due mesi le cooperative hanno lottato contro minacce di chiusura allo scadere degli affidamenti. Qualcuno ce l'ha fatta. "Abbiamo ottenuto una proroga fino al 31 ottobre nel frattempo è stato emenato un avviso pubblico" ha spiegato a Romatoday la dottoressa Oria Gargano, presidente di BeFree cooperativa, gestore del centro antiviolenza comunale Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. Qualcuno invece è stato costretto a chiudere i battenti. Diversi bandi non sono stati emanati per le difficoltà incontrate dagli uffici tecnici a seguito delle nuove regole sugli appalti pubblici firmate dall'Anac. E i presidi non sono stati prorogati. Sos Donna h24 nel Casale Rosa di Grottaperfetta, che dal 2011 ha accolto 1950 donne, attualmente non esiste più. Il centro antiviolenza Dalia, dopo una serie di proteste delle operatrici, sta aspettando che diventi operativa una proroga disposta dalla giunta municipale, sempre in attesa delle nuove gare pubbliche. 


 

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