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Anche Roma avrà le sue "stanze del silenzio" in stazioni, aeroporti e ospedali

Già diverse città in Italia le hanno sperimentate. Il sindaco Gualtieri vuole far partire un concorso di idee per la progettazione nei prossimi sei mesi

Anche Roma vuole le sue "stanze del silenzio", spazi dedicati alla meditazione, al raccoglimento e alla preghiera da mettere a disposizione di tutti i cittadini - atei o appartenenti a una confessione religiosa - nei luoghi pubblici della città. Milano, Torino, Siena, Parma, Cremona e diverse città del nord già vantano esperimenti in questo senso. 

La Capitale vorrebbe accodarsi e il sindaco Roberto Gualtieri ha inserito le sale negli obiettivi da avviare nei prossimi 180 giorni, al capitolo Politiche di convivenza civile e integrazione. Sei mesi per promuovere un concorso di idee per la progettazione degli spazi. Si pensa inizialmente alle strutture pubbliche con grande affluenza, vedi le grandi stazioni, gli aeroporti e gli ospedali. Un precedente interessante che farà da guida è quello già avviato dalla Asl Roma 1, dal Tavolo interreligioso di Roma e dall'Ordine degli architetti. Cosa sono esattamente le "stanze del silenzio"?

Cosa sono le "stanza del silenzio"

Si tratta di vere e proprie sale, quasi vuote o arredate semplicemente con qualche seduta, prive di simboli religiosi o spirituali per garantire la convivenza di tutti, improntante alla promozione di inclusione e contrasto alla discriminazione. Nascono e si diffondono prima nei paesi anglosassoni e scandinavi dagli anni '60 e trovano naturale attuazione prevalentemente in luoghi pubblici fortemente connotati come aeroporti, ospedali, stazioni, centri commerciali, università, piazze. Gli esempi che troviamo sparsi per l'Italia riguardano per lo più gli ospedali, ma è possibile realizzarne in qualunque struttura pubblica. Nei cimiteri solitamente vengono accompagnate da sale del commiato. 

L'esempio milanese

La giunta milanese del sindaco Beppe Sala, con una delibera del 2019, ha approvato la promozione delle "stanze del silenzio" all'interno delle strutture del Sistema sanitario nazionale e, in prospettiva, negli istituti di prevenzione e di pena, nelle stazioni e negli aeroporti. Le prime due stanze sono state annunciate all'interno degli istituti Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio e Golgi-Redaelli. Proponente e firmatario dell'accordo presso le strutture il Gruppo nazionale di lavoro per la stanza del silenzio e dei culti, che a sua volta ha coinvolto nei lavori le diverse comunità religiose e spirituali della città. Il tutto con il patrocinio del Comune di Milano. Un esempio anche per la Capitale. 


 

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