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Stadio della Roma, Di Maio: "Lanzalone? Ci siamo fidati dell'avvocato sbagliato"

Il vicepremier sull'inchiesta e sulla nomina dell'avvocato genovese finito ai domiciliari con l'accusa di corruzione

"Io non ho notizie di nessun tipo di crisi di maggioranza". Il vicepremier Luigi Di Maio ritorna sul caso stadio al centro dell'inchiesta aperta dalla Procura, e prova in extremis a rassicurare gli animi. La realtà è che in Campidoglio c'è crisi eccome. Sono ore di tensione tra riunioni carbonare e tentativi disperati di tenere insieme i pezzi della squadra. Ma se la strategia iniziale adottata da Raggi è stata quella di scaricare le colpe delle scelte fatte sui vertici del Movimento, suggellando una fase di gelo con Di Maio&Co, il ministro del Lavoro sembra voler gettare acqua sul fuoco. "Il Movimento non chiederà alla sindaca Raggi di farsi da parte" dichiara a La7.

Poi, sulle responsabilità, parla al plurale: "Ci siamo fidati dell'avvocato sbagliato". Il riferimento è a Luca Lanzalone, agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione. Secondo gli inquirenti avrebbe accettato consulenze al suo studio legale per 100 mila euro dal costruttore Luca Parnasi, in cambio di facilitazioni nell'iter autorizzativo al progetto di Tor di Valle. 

Proprio lui, che il Movimento Cinque Stelle aveva piazzato per gestire il dossier stadio, per far da mediatore, per risolvere problemi vari ed eventuali. Di Maio ammette che c'è una responsabilità, ma sembra sottostimarne la portata e le conseguenze. "E' la nostra unica colpa" dichiara su La7. 

Non c'è dolo nell'essere incappati in una persona che sembrava fidata e poi non lo era, che a un certo punto del percorso ha preferito favorire interessi privati invece che interessi pubblici. Come a sostenere: la responsabilità o è penale, o non è. Sembra dire questo il leader del Movimento Cinque Stelle. Errare humanum est. Ma qui siamo già al perseverare. Perché non è la prima volta che accade. La sindaca Raggi diede la stessa giustificazione per spiegare ai romani i suoi legami con Marra: "Ho sbagliato a fidarmi". Raffaele Marra, il suo ex braccio destro, arrestato nel dicembre 2016 per corruzione in concorso con l'immobiliarista Sergio Scarpellini. Un altro uomo che ha tradito le aspettative dei grillini. Un altro caso di fiducia malriposta. Ma se uno è poco, per condannare il sistema politico, due, forse, sono troppi per non farlo. 

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