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Politica Flaminio / Piazza Apollodoro

Stadio Flaminio, anche il Municipio in piazza: "Va riaperto per lo sport e per la città"

Flash mob davanti il PalaTiziano per contestare l’inutilizzo degli impianti sportivi del Flaminio

La chiusura dello stadio Flaminio non è un problema soltanto per il calcio. Il suo inutilizzo rappresenta un danno per lo sport e per l'intera città che invece, con la sua riapertura e con il completamento dei lavori del PalaTiziano, potrebbe disporre di un importante distretto sportivo

L'inerzia del Comune

“Il Comune non ha dato seguito al lavoro svolto dalla Getty Foundation e dalla Sapienza – ha obiettato Francesca Del Bello, presidente del Municipio II– Lo studio, che prevede le linee guida per il recupero dello stadio Flaminio, si è concluso nel 2019. Da allora – ha ricordato la Minisindaca, presente ad un flash mob in piazza Apollodoro – avrebbe dovuto individuare un percorso amministrativo per il suo riutilizzo, decidendo se puntare su un partenariato con il privato o solo su un investimento pubblico. Ma non è stato fatto nulla”. 

Il flash mob

Nonostante le denunce del Codacons, gli appelli del Municipio e le manifestazioni dei tifosi della Lazio, l’impianto progettato dai Nervi è rimasto off limits. Eppure, nel corso degli ultimi anni, non sono mancati i tentativi di riaccendere i riflettori sulle condizioni di apparente abbandono a cui sembra confinato. Anche l'11 settembre, con un flash mob organizzato davanti PalaTiziano, si è cercato di riportare l'attenzione sul tema.“L’ultima volta che sono entrato dentro il Flaminio ero lì come attivista di ‘Scomodo’, insieme ad altri cento ragazzi della mia età – ha ricordato Michelangelo Ricci, oggi candidato di Spin Time Lab al consiglio comunale per la lista Sinistra Civica Ecologista - è una presa in giro parlare della costruzione di nuovi impianti se il Comune non riesce nemmeno a garantire l’utilizzo di quelli esistenti”.

Le strutture sportive inutilizzate

Tra gli impianti esistenti, rimasti a lungo inutilizzati, non c’è solo il rettangolo da gioco destinato al calcio. “Intanto sotto lo stadio ci sono piscine e palestre che potevano almeno essere rimesse a disposizione del pubblico, e non è stato fatto” ha premesso l’assessore allo sport del Municipio II Rino Fabiano. Poi c’è la questione legata al PalaTiziano. Lì i lavori sono iniziati, anche grazie al contributo dell’ente di prossimità, che ha messo a disposizione il proprio direttore tecnico, perché mancava al Comune un presidente di commissione di gara. 

Il danno allo sport ed alla città

I cantieri sono partiti ed il palazzetto dello Sport di viale Tiziano tornerà a disposizione per la stagione  2022/2023. “Intanto però molte realtà sportive, per l’inutilizzo degli impianti esistenti, hanno dovuto lasciare la capitale” ha ricordato Fabiano. E’ il caso ad esempio dall’Atlante Eurobasket ma anche della squadra di Roma Volley femminile. “Tenere chiusi questi impianti rappresenta un danno per lo sport e per la città. Qui infatti abbiamo un distretto sportivo che va rilanciato anche perché può diventare un volano economico per tutta la zona” hanno fatto notare dal Municipio II.

Il Flamino e le aspettative dei tifosi

Intanto però il destino dello stadio Flaminio resta un tema di stringente attualità. Per le realtà sportive che, tra nuoto e scherma, potrebbero utilizzarne le strutture sottostanti. Ma anche per destinare un impianto ai tifosi biancocelesti. “Per quanto riguarda la possibilità di usare lo stadio per le competizioni della Lazio, bisogna mettersi a tavolino e verificare se, i vincoli posti dalla Soprintendenza, consentano le modifiche attese dalla società sportiva” ha ricordato prudentemente la presidente Del Bello. E’ una possibilità che i supporter della Lazio si aspettano sia verificata al più presto. Un compito a cui, il futuro sindaco di Roma, difficilmente potrà sottrarsi.

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