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La telenovela infinita dello Stadio della Roma: come si è arrivati al pignoramento dei terreni di Tor di Valle

Lo stadio della Roma dalla vendita dei terreni dell'ex ippodromo all'entrata in scena del magnate ceco. Quasi dieci anni di una storia che continua ad offrire infiniti colpi di scena.

Sul futuro di Tor di Valle si sta giocando una partita. Non di calcio però. Per l’imprevedibilità delle mosse, in effetti, ricorda più il gioco degli scacchi. Gli attori in campo sono molteplici ed anche le sorti della sfida, inevitabilmente, finiscono col risentirne.

Nel giro di una settimana si è passati dal regalo ai tifosi entro il Natale, alla scoperta di una pesante ipoteca sui terreni. Il proposito di costruire “lo stadio fatto bene” è ancora valido? Per capire cosa stia accadendo occorre fare qualche passo indietro. Ad esempio per risalire a quando l’area dell’ex tempio dell’ippica romana, è diventata appetibile per immobiliaristi ed imprenditori sportivi.

Da Papalia a Parnasi

Il primo atto di questo telenovela, risale addirittura all’epoca in cui a Roma governava il Sindaco Alemanno. E' stato infatti durante  il suo mandato che la Sais, di Gaetano Papalia, ha gettato le basi per la vendita dell’ippodromo consacrato dal film “Febbre da Cavallo”. L'uscita di scena dell'imprenditore sportivo, ha coinciso con l'arrivo di Luca Parnasi che, con la sua Eurnova, ha finalizzato l’acquisto di un’area dalle enormi dimensioni. I terreni comprati si estendono infatti su un'area di 125 ettari. Una volta e mezza l'estensione di Villa Borghese. E' quella l'area destinata ad ospitare lo stadio dell'As Roma. Ed è proprio Gianni Alemanno a renderlo pubblico, con un annuncio arrivato il 30 dicembre del 2012.

La legge sugli stadi

Perchè l'operazione di Tor di Valle decolli, bisogna aspettare un altro anno, quando i due rami del parlamento approvano la cosiddetta  legge sugli stadi  (legge di stabilità. 147/2013) . E’un passaggio fondamentale perchè riconosce, all’imprenditore interessato a realizzare un impianto sportivo, la necessità di rendere l’operazione “sostenibile” in termini economici. E per quanto riguarda Tor Di Valle questo significa proporre una variante urbanistica. Così che, oltre allo stadio, possano arrivare anche le cubature necessarie per edificare il Business Park, con centri commerciali ed uffici direzionali.

Da Marino alla Raggi

Perchè la legge sugli stadi possa realizzarsi, è però necessario che sia riconosciuto un interesse pubblico all'operazione. Il via libera arriva con il nuovo sindaco Marino e con la delibera 132/2014 votata, ad ampia maggioranza, dall'Assemblea capitolina. I grillini sono però contrari e così, quando la guida del Campidoglio passa in mano ai pentastellati, il destino urbanistico dell'ansa del Tevere viene ripensato. “Abbiamo rivoluzionato il progetto e lo abbiamo trasformato in un’opportunità. Tre torri eliminate; cubature dimezzate, addirittura il 60% in meno per la parte relativa al Business Park” annuncia la Sindaca. E’ il progetto dello “Stadiofattobene” per realizzare il quale Raggi commissiona due diligence amministrative ed anche trasportistiche. 

I passaggi societari

Il cambiare degli attori istituzionali, negli ultimi anni, non ha coinciso con mutamenti negli assetti proprietari. I terreni, ceduti da Papalia a Parnasi, restano di Eurnova. La società è però pesantemente indebitata ed è costretta a vendere i suoi asset. Nel corso del 2020, dopo le indagini giudiziarie che vedono coinvolto l’immobiliarista romano, la vicenda conosce un’accelerazione. James Pallotta invece, nell'estate, cede la guida dell’As Roma alla famiglia Friedkin. ll cambio al vertice, nell'immediato non sembra sortire effetti particolari. Ma disorienta i tecnici del Campidoglio, che non sanno più quali siano gli interlocutori. Anche perchè quello non è l'unico cambio nello scacchiere in cui si gioca la complicata partita.Parnasi infatti, notoriamente indebitato, sta dismettendo la gran parte del suo impero immobiliare.

Parnasi e Vitek

Sul piatto ci sono due operazioni, legate a doppia filo. Da una parte c’è la cessione di Cap Dev (e quindi del centro commerciale maximo) che ottiene il via libera dal consiglio di amministrazione di Unicredit il 13 ottobre. L’altra riguarda i terreni di Tor di Valle, fino a quel momento appartenuti a Eurnova. Quest’ultimo acquisto vale circa 60 milioni di euro mentre l’operazione complessiva (comprensiva di Cap Dev), ne cuba circa 250. L’acquirente è sempre lo stesso: la CPI del magnate ceco Rodovan Vitek.

I terreni pignorati

Nello stesso giorno in cui Unicredit dà il proprio via libera, dal Campidoglio parte la lettera indirizzata alla nuova proprietà dell’As Roma e ad Eurnova. Con cui l’amministrazione dichiara di aver appreso dell’esistenza di una grossa ipoteca sui terreni di Tor di Valle. Il pignoramento non è però una novità. Eurnova fa sapere a Romatoday di aver già scritto a novembre al Campidoglio per chiarire, con una lettera, i termini della questione. Il magnate ceco, secondo quanto dichiara Eurnova, è informato della situazione che grava sull’area dell’ex ippodromo e, in fase di rogito, con i soldi incamerati dalla vendita, la vecchia proprietà provvederà a saldare i conti in sospeso. Poi c’è da capire se la famiglia Friedkin sarà ancora interessata a Tor di Valle. O se, invece, la nuova dirigenza giallorossa sia interessata alla costruzione di uno stadio in un’altra sede. Ma questa è già un’altra storia.
 

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