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Stadio della Roma, per il via libera si attende il passo indietro di Berdini

La partita sul progetto legato allo stadio, potrebbe essere vicina ad una soluzione: il sì del Campidoglio verrebbe così legato al taglio delle cubature ed alla realizzazione di tutte le opere pubbliche promesse

Ridurre gli indici di edificabilità, in cambio dell’approvazione del progetto. Con opere pubbliche annesse. E’ questa la sintesi che l’As Roma, il costruttore Parnasi ed il Campidoglio stanno provando a tenere in piedi. Un passo indietro da parte di tutti, per raggiungere un risultato storico: un nuovo stadio per la squadra giallorossa.

UNA VIA DI MEZZO - Per tagliare l'ambizioso traguardo l'unico rimasto a dover fare un passo indietro (o in avanti) è l’assessore Paolo Berdini. In più di un’occasione l'urbanista romano ha infatti ribadito lo scarso appeal delle opere previste. Nel dettaglio, aveva criticato il prolungamento della metro b fino a Tor di Valle; l’unificazione della via Ostiense e della via del Mare nel solo tratto compreso tra il Raccordo ed il futuro stadio; l'infrastruttura viaria con la quale attraversare il Tevere, vista la prossima realizzazione del Ponte dei Congressi. A fronte di queste bocciature, Berdini aveva rilanciato l'dea di realizzare soltanto le superfici previste nel Piano Regolatore: 63mila metri quadrati. Ovvero lo stadio, più altri diecimila metri quadrati. Una prospettiva che non deve  aver scaldato i cuori giallorossi. Da qui, il tentativo di percorrere una strada diversa, una via di mezzo tra  il progetto portato in Conferenza dei servizi, e l'idea annunciata dall'assessore Berdini.

RIDURRE LE CUBATURE -  Secondo l’Agenzia Dire "il Comune ritiene che ai tempi della giunta Marino questi indici siano stati calcolati in misura troppo generosa in favore della Roma". E quindi le cubature ottenute per la realizzazione delle opere, vanno ridotte. A partire da quelle delle torri di Libeskind, che dovrebbero essere tagliate. L’As Roma ed il costruttore, pur di non stravolgere il progetto in discussione nella Conferenza dei Servizi, potrebbero quindi accettare la proposta.  Il futuro di Tor di Valle poggia le basi sulla fattibilità di un'operazione che, al netto di un taglio negli indici di edificabilità, risulterebbe comunque coerente rispetto al passato.  Ipotesi che apre il campo a due interpretazioni. La prima è che la partita era già ad una fase avanzata, per esser messa nuovamente in discussione dalla giunta Raggi. La seconda è che, nonostante alcune dichiarazioni di Berdini, il Campodoglio ritiene che vi sia un interesse pubblico nelle opere proposte. Opzione che, per quanto riguarda Tor di Valle, evidenzia una perfetta continuità dell'attuale amministazione con le scelte di quella precedente.

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