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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
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Stadio della Roma, “si deve fare”: parola di Abodi. Più incerto il futuro della Lazio al Flaminio

L'impianto giallorosso potrebbe essere un asset chiave per la candidatura agli Europei

C’è uno stadio che “si deve fare”. Ed un altro il cui futuro resta incerto perché, ad oggi, “non è stato consegnato alcun progettoo”. Il primo è quello destinato ad ospitare i tifosi della Roma. L’altro è potenzialmente utile per la squadra biancoceleste.

Lo stadio da fare e gli Europei 2032

Sul tema dello stadio giallorosso, si è espresso anche il neoministro allo sport ed ai giovani Andrea Abodi. Per l’ex numero uno della Lega Serie B, oltre che dell’Istituto per il credito sportivo, lo stadio della Roma “si deve fare. Succederà – ha chiarito Abodi ai giornalisti presenti a Montecitorio – perché sono convinto che gli Europei 2032 ce li assegneranno se dimostreremo affidabilità, se avremo un dossier valido e non un libro dei sogni. Abbiamo pochi mesi per mettere in campo un progetto su cui misureranno la nostra affidabilità”.

L'ultimatum a Lotito

Pochi mesi ha anche Claudio Lotito per presentare, al Campidoglio, un progetto di fattibilità sul modello di quello che la famiglia Friedkin ha già consegnato a Gualtieri. L’assessore allo sport Alessandro Onorato è stato molto chiaro sul futuro dell’impianto progettato da Nervi. Per il Flaminio la società biancoceleste ha tempo fino a dicembre per presentare la propria proposta. A Lotito, che aveva manifestato un interessamento la scorsa estate, già ad agosto il dipartimento sport aveva mandato la documentazione richiesta.

Non è possibile aspettare oltre perché, ha ricordato Onorato, farlo comporterebbe ripetere “l’errore che hanno fatto le giunte precedenti tanto”. Aspettare progetti che non arrivano, con il risultato  “che oggi il Flaminio è diventato il simbolo dell'immobilismo”ha rimarcato l’assessore. Mentre è un patrimonio della città ed in generale dello sport. Non necessariamente del calcio. L’intervento per adeguarlo ad un impianto adatto ad ospitare eventi calcistici di livello europeo, non è infatti scontato.

Il futuro incerto del Flaminio

Per incrementare i posti, dagli attuale 28mila ai 40mila previsti, servirebbero interventi importanti. “È possibile avvicinare o poggiare delle strutture sospese con cui coprire e adeguare l'impianto senza invaderlo nelle sue murature, senza opprimerlo a livello visivo” ha spiegato Cinzia Esposito, l’architetto a capo della direzione sport durante la commissione capitolina dedicata al Flaminio. Per Esposito, quella prospettata rappresenta comunque “ una soluzione molto costosa”. “E se invece di destinare la struttura al gioco del calcio si pensasse di riconvertire lo Stadio Flaminio a velodromo o a pista di atletica indoor? – ha suggerito il presidente della commissione Sport Nando Bonessio -  Sono strutture sportive di cui non solo è priva la nostra città ma l’intero Paese: pensiamoci”.

Dossier: tutti i nuovi stadi della Roma

Pietralata centrale in chiave Europei

Il  Campidoglio può quindi permettersi di valutare anche altre ipotesi di rilancio del Flaminio, non necessariamente calcistiche. Ma a Roma, però, serve un moderno impianto per la pratica dello sport più popolare d’Italia. Serve alla società dei Friedkin, che hanno previsto di realizzare. Ma occorre anche nell’ottica di portare in Italia l’edizione 2032 degli Europei di calcio. Abbandonata l’ipotesi di Tor di Valle, non ci sarebbe troppo margine per avviare un progetto con una sede diversa da quella attualmente prospettata dalla proprietà giallorossa. “Ci sono pochi mesi per presentare un progetto su cui misureranno la nostra affidabilitài” ha ricordato Abodi, riferendosi alla candidatura di Roma per gli Europei. E l’impianto prospettato a Pietralata, in questo progetto da consegnare all’Uefa, giocherà un ruolo da protagonista. Motivo per cui, questa volta,  lo stadio “si deve fare”.

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