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Sport nelle palestre scolastiche, regna l’incertezza: “Il Comune decida cosa fare”

Le associazioni sportive sul piede di guerra per la mancanza di chiarezza sull’impiego delle palestre. Le attività sportive al loro interno, di norma, partono il primo settembre

Karate, basket, danza, pallavolo. Sono decine le attività sportive che ogni anno vengono organizzate, in orario extracurriculare, nelle palestre scolastiche.

Lo sport nelle palestre scolastiche

I romani sanno che, con la ripresa dell’anno scolastico, devono decidere a quale corso iscriversi. Per farlo, è necessario che le associazioni sportive e le società sportive dilettantistiche abbiano contezza degli spazi a loro disposizione. Una consepevolezza che, di norma, riescono ad avere già in estate poichè, dal primo settembre, devono essere in grado di organizzare i relativi corsi. Quest’anno però, anche a causa del nuovo Coronavirus, si stanno registrando notevoli ritardi. 

Palestre, covid e didattica

Tra i primi a lanciare l’allarme è stato il consigliere del Municipio VI Dario Nanni. Ad agosto ha scritto al ministro dello Sport Spadafora ed alla Ministra Azzolina “ affinchè venisse scongiurata ogni ipotesi di utilizzo diverso da quello per le quali le palestre sono state realizzate”. Il timore era che, per rispettare le norme sul distanziamento sociale, le palestre potessero trasformarsi in aule. Cosa che, di fatto, avrebbe ostacolato sia la pratica dell’educazione fisica in orario curriculare che quella dell’attività sportiva in orario extracurriculare. Anche perchè, ricordava Nanni, il Comune di Roma non ha ancora autorizzato le centinaia di associazioni sportive” la cui ripresa delle attività era fissata per il primo settembre”.

Il ritardo del Campidoglio

“Cosa aspettiamo a convocare i rappresentanti legali delle ASD/SSD per la sottoscrizione delle nuove concessioni?” ha obiettato Claudio Ortale, il rappresentante dell’Osservatorio Sportivo Scolastico Capitolino. "Fin da maggio, capendo perfettamente e subito le difficoltà per la riorganizzazione delle ripartenze a settembre, avevamo scritto più volte all'Assessore allo Sport Frongia e persino alla Sindaca per chiedere delle disposizioni chiare da parte del Dipartimento competente da girare ai vari municipi”.

Senza linee guida inequivocabile, ha lementato il portavoce dell'Osservatorio, “viviamo una vera e propria balcanizzazione delle iniziative locali, con municipi assenti e con Capi d'Istituto che comunicano che quest'anno le palestre scolastiche saranno chiuse alle attività sportive di base” come, ha spiegato Ortale, accade in “buona parte degli Istituti Comprensivi del Municipio di Ostia”.

Montino e l'effetto domino

Sullo sfondo, c’è anche il timore che la scelta di Esterino Montino di chiudere le palestre scolastiche di Fiumicino alle associazioni sportive dilettantistiche, in assenza d’indicazioni chiare, possa essere assunta anche da alcuni municipi romani. Una scelta, quella assunta dal primo cittadino della città aeroportuale, che continua ad attirare critiche.

Una decisione contestata

L’AICS, ad esempio, ha stigmatizzato l’iniziativa di Montino perché finisce col “negare la possibilità a centinaia di bambini e di ragazzi di praticare la loro disciplina sportiva preferita”. Mentre, al contrario, è necessario “coniugare la sicurezza” e quindi la possibilità di evitare contagi da Covid 19, “con il diritto allo sport”. Il sindaco è stato contestato anche dalla FIPAV di Roma e del Lazio che si dicono pronte a “sostenere le società qualora dovessero intraprendere azioni di protesta ad ogni livello istituzionale” perché la scelta di Montino “porterà a una crisi della pallavolo e di tutte le discipline sportive del territorio di Fiumicino”. Insomma alle criticità legate alla ripresa dell’attività scolastica in aula, si devono aggiungere anche le incertezze del mondo sportivo che, appunto, ruota attorno agli istituti scolastici. E che, anche a prescindere da Fiumicino, coinvolge decine di migliaia di famiglie romane.
 

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