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Spiaggia pubblica, Roma 'fuorilegge': "610 metri di litorale sono da liberare"

Lo ha spiegato questa mattina a Ostia Legambiente, nel corso della campagna Goletta Verde. La legge regionale del giugno 2015 prevede che il 50% dell'arenile di competenza dei comuni sia pubblico. Nella Capitale arriva al 45%

C'è Roma tra i due comuni del litorale del Lazio che non rispettano l'obbligo di mantenere almeno il 50% di litorale 'libero'. È quanto emerge da uno studio di Legambiente presentato oggi a Ostia nel corso della campagna dell'associazione ambientalista, Goletta Verde. Secondo i dati presentati la Capitale ha solo il 45% di litorale 'pubblico' con oltre 610 metri da liberare per rispettare il requisito minimo. Al secondo posto Sperlonga con il 49%. 

LA LEGGE REGIONALE – I dati sono stati presentati alla luce della legge regionale approvata lo scorso 26 giugno 2015 riguardante le disposizioni relative all'utilizzazione del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative. Come spiega Legambiente, secondo la nuova norma ogni Comune dovrà riservare a spiaggia pubblica o pubblica attrezzata almeno una quota pari o superiore al 50% dell'arenile di propria competenza. Dovrà inoltre essere predisposto il Puar, Piano Regionale Utilizzazione Arenili, mai approvato sebbene previsto da una legge del 1993. Inoltre, non sarà più possibile rinnovare automaticamente le concessioni demaniali marittime che dovranno, anzi, essere assegnate tramite procedura pubblica. 

"Al mare di Roma servono regole nuove e certe anche per rispondere all'aggressione della criminalità sul litorale, stuzzicata anche dagli appetiti nelle concessioni" dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. "La recente delibera regionale pone le basi per invertire una rotta compromessa da troppi anni in cui i diritti dei cittadini, sulla fruibilità di un bene comune come la spiaggia a Ostia, sono stati completamente calpestati. Ora la Regione si faccia garante, non solo del rispetto della legge appena approvata predispondendo controlli e sanzionando chi si ostina a negare il mare ai cittadini, ma anche premiando, nel rilascio delle concessioni demaniali, chi decide di promuovere un turismo sostenibile, attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili, pratiche di tutela degli ecosistemi marini e costieri". 

"Le zone costiere ricoprono un ruolo fondamentale e strategico per lo sviluppo sostenibile del territorio; dopo la nuova e buona legge Regionale serve un adeguamento nel comune di Roma in particolare, dove almeno 610 metri devono tornare spiaggia libera” dichiara Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio. “Attraverso la redazione e attuazione dei Pua regionale e comunali, si devono prevedere interruzioni rispetto alla contiguità degli stabilimenti, con meccanismi come l'obbligo per i concessionari a mantenere una porzione di almeno il 20% a spiaggia libera rispetto alla propria concessione; un buon modo questo anche per garantire l'accesso libero alle spiagge romane come su tutto il litorale laziale. In tal senso chiediamo che si prevedano nel Pua di Roma e di tutti i comuni, misure che aumentino le spiagge libere anche oltre la quota d'obbligo minimo di legge. Ad Ostia in particolare bisogna mantenere la barra dritta sul ripristino della legalità come precondizione indispensabile e fondamentale, e dopo l'impegno nell'apertura dei varchi, chiediamo all'amministrazione comunale, senza alcuna condizione relativa a prolungamenti di anni nelle concessioni di abbattere il Lungomuro".

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