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Marino a Filadelfia, è bufera sulle spese: "Quanto ha pagato il Campidoglio?"

Prima di partire Marino aveva assicurato: "Nemmeno un euro dei romani". E invece per due persone le spese sono state sostenute dal Campidoglio. Dalla Temple University inoltre l'offerta di un compenso per Marino

E' una polemica dietro l'altra, l'ultimo viaggio di Marino a Filadelfia. Non ci sono solo le parole di Papa Francesco a imbarazzare il sindaco Ignazio Marino. Anche le spese sostenute per volare oltreoceano sono diventate un vero e proprio caso dai contorni non proprio limpidi. A pochi giorni dalle sue discusse ferie, la domanda polemica delle opposizioni non poteva che sorgere spontanea: chi ha pagato? E fin qui si tratta di dialettica politica. A movimentare la polemica, però, è la risposta non proprio lineare arrivata dal primo cittadino.

Prima di partire il sindaco Marino, sulla sua pagina Facebook, in risposta al vociferare di rito che sorge spontaneo a ogni suo viaggio, aveva scritto: "L'invito mi è arrivato dal sindaco, con cui ho parlato a lungo dell'accoglienza, vista l'esperienza di Roma in questo ambito e il Giubileo alle porte. Questo è quanto. Ma aggiungo una cosa, non di poco conto: io sarò ospite, dunque i romani non pagheranno un euro per la mia trasferta". Il Campidoglio infatti aveva fatto sapere che, essendo stato invitato dal sindaco Michael Nutter, il viaggio era interamente a carico dell'amministrazione statunitense. Una versione, questa, poi smentita dal portavoce del primo cittadino americano contattato da Il Tempo. 

A fare un po' di chiarezza è la Temple University di Filadelfia dove il sindaco Marino ha tenuto una lezione. Contattata in massa dai media italiani ha spiegato di aver pagato soltanto le spese relative ai trasporti ma non al pernottamento. "La Temple University ha coperto le spese per i trasporti (aereo e treno) e non il pernottamento di Marino" ha detto ad Askanews un rappresentante del dipartimento comunicazione e marketing dell'università, precisando di non sapere se Marino sia stato ospite da qualcuno. La stessa persona ha precisato che "il pernottamento è stato pagato anche a uno dei membri dello staff" di Marino.

E qui si apre la seconda precisazione che, di fatto, smentisce quel primo post su Facebook. Ignazio Marino non ha volato da solo negli Stati Uniti. Ci è andato con tre persone: l'addetta stampa, il capo del cerimoniale e la responsabile delle relazioni diplomatiche. E se il viaggio della prima è stato rimborsato dall'università, “per gli altri due le spese sono state sostenute dal Campidoglio” hanno confermato dallo staff di palazzo Senatorio. Sull'ammontare delle spese, il rendiconto ufficiale ancora non è stato reso noto. 

Nella giornata di ieri sono insorte le opposizioni. A recarsi alla Ragioneria generale di Roma Capitale “per capire per quale motivo non abbiamo ancora ricevuto i documenti richiesti la settimana scorsa sulle spese di viaggio del sindaco Marino” è  Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini. “Stanno tentando maldestramente di nascondere le prove di spese allegre che pesano sulle tasche dei contribuenti romani? Spese per cui potrebbe configurarsi il reato di peculato: quale sarebbe, infatti, l'interesse dei romani e della città nel pagare, come sta emergendo dalla stampa, biglietti in prima classe e alberghi a 5 stelle per lo staff del Sindaco per un viaggio che, più che a promuovere Roma, serviva a promuovere Marino stesso?”. A volerci veder chiaro è anche il Movimento cinque stelle che pochi giorni fa aveva avanzato una richiesta di accesso agli atti anche per alcune spese di rappresentanza effettuate da Marino con una carta di credito comunale. “Abbiamo deciso di estendere la richiesta anche a quest'ultimo viaggio sul qualche abbiamo forti dubbi di opportunità politica” il commento di Daniele Frongia. 

Infine la presidente della commissione Trasparenza Lavinia Mennuni (Fdi-An) che ha chiesto la convocazione di una seduta ad hoc. “Se davvero il sindaco non ha nulla da nascondere e il tutto è davvero da ricondursi ad una ricostruzione artificiosa della solita stampa, come da lui sostenuto, Ignazio Marino avrebbe dovuto chiedere lui di essere audito quanto prima nell'organo di massima trasparenza dell'istituzione che presiede e spiegare ai romani il tutto” ha scritto in una nota. Con l'occasione ho chiesto di avere da Cerimoniale e Gabinetto del sindaco la documentazione e le spese sostenute per questo e per tutti i viaggi all estero fin qui sostenuti dal sindaco di Roma. Credo che il sindaco abbia il dovere di rispondere alla convocazione della commissione Trasparenza e di chiarire alla città”.

E qui, almeno per ora, si chiude il capitolo 'spese'. Il caso del viaggio di Marino a Filadelfia però potrebbe anche arricchirsi di un capitolo 'entrate'. È probabile infatti che Marino, per tenere la lezione alla Temple abbia ricevuto un compenso in qualità di relatore. Probabile, perché se Marino ha accettato o meno non è ancora chiaro. Ci si interroga anche sul quanto. C'è chi dice mille dollari. Chi arriva a ipotizzarne 5 mila. La cifra non è stata rivelata. 

Nel pomeriggio la precisazione del Campidoglio: "Il sindaco di Roma Ignazio Marino non ha mai ricevuto alcun compenso per la lezione tenuta alla Temple University, svoltasi durante la visita a Filadelfia. Neppure nella corrispondenza intercorsa con quella università si è mai accennato a questo argomento. Visto che in casi analoghi la Temple ha dato dei compensi ai relatori il sindaco ha fatto scrivere per ribadire che non vuole assolutamente ricevere alcun onorario. Nella lettera ha anche precisato che, se fosse stato stanziato un eventuale compenso, questo potrà essere devoluto al fondo Rome Heritage che il Comune di Roma ha istituito presso la King Baoudouin Foundation allo scopo di far arrivare risorse dagli Stati Uniti per la conservazione e il restauro dei beni archeologici della Capitale".

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