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Barillari torna all'attacco e chiede la sospensione della campagna vaccinale contro il covid-19

L'ex 5 Stelle ha presentato una mozione citando studi indipendenti e morti "sospette"

Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, non verrà probabilmente mai discussa. L’approvazione del collegato di bilancio, atto conclusivo della giunta Zingaretti, ha rappresentato l’ultimo atto del consiglio regionale del Lazio, almeno fino al suo rinnovo con le elezioni che si terranno nel 2023. Per questo, la mozione presentata dall’ex grillino Davide Barillari, oggi nel gruppo misto, “rischia” di rimanere negli archivi della Pisana. Barillari, infatti, il 28 ottobre aveva presentato una mozione dal titolo “ritiro immediato dei vaccini sperimentali cvodi-19”, nella quale chiede l’immediata sospensione della campagna vaccinale sul territorio.

Barillari, che in passato si era puntato una pistola al braccio per protestare contro i vaccini, sembra continuare a non avere dubbi sulla pericolosità del “siero”. Nella mozione, accusa la regione Lazio di promuovere “indiscriminatamente la vaccinazione di massa su bambini, adulti, anziani e pazienti fragili, senza fornire informazioni complete riguardo le reazioni avverse, i rischi e i danni da vaccino”. Per il consigliere regionale questa è una vera e propria battaglia, combattuta nella regione che, invece, ha fatto della lotta al covid-19 uno dei suoi capisaldi.

Medici perseguitati

Secondo Barillarri, “le Asl e la stessa direzione regionale monitorano e perseguitano i medici” che hanno rilasciato certificati di esenzioni “in un numero fuori dalla norma”. Per il consigliere nessun medico “tiene in considerazione condizioni di rischio alla vaccinazione” mettendo a rischio chi si “espone alle dosi sperimentali di vaccini covid-19”. La regione Lazio è, ovviamente, sul banco degli imputati principali visto che “attualmente è in corso la somministrazione della quarta dose dei vaccini anti covid-19, senza che si sia minimamente tenuto conto degli effetti, dell’efficacia e della sicurezza delle prime tre dosi”.

Censura mediatica

Il consigliere, oltre a scrivere che “le asl, i pediatri e i medici di base non effettuano alcuna verifica sullo stato di salute dei pazienti”, è convinto che i numeri in merito alle reazioni avverse e alle morti per reazioni sospette ai farmaci siano, in Italia, “sottostimati di almeno il 30% a causa della censura mediatica, della certezza dogmatica e pseudoscientifica nel considerare il vaccino perfettamente sicuro e la paura dei medici nel segnalare reazioni avverse, omettendo al loro dovere e al giuramento”.

Barillari cita “studi scientifici indipendenti sulle reazioni avverse” al vaccino chiedendo, sulla base di queste ricerche, che si proceda al “ritiro immediato delle dosi sperimentali attualmente somministrate alla popolazione”. Il consigliere è anche convinto che le notizie pubblicate su alcuni giornali, soprattutto locali, che riguardano “morti per malesseri improvvisi, fenomeno in pericoloso aumento fin dall’inizio della campagna vaccinale” andrebbero approfondite. Secondo Barillari, infatti, medici e giornalisti eviterebbero “ogni tipo di verifica e controllo associato alla vaccinazione effettuata precedentemente”, “bollando” queste morti come “nessun correlazione” con il vaccino.

Sospensione della campagna

Come anticipato, la mozione si chiude con la richiesta, al presidente Zingaretti e all’assessore alla sanità Alessio D’Amato, di “sospendere la campagna vaccinale covid-19” nel Lazio, avviando “con urgenza tutte le analisi e le verifiche sull’efficacia e sulla sicurezza delle prime quattro dosi dei sieri sperimentali somministrati alla popolazione laziale, tramite il dipartimento di epidemiologia della regione Lazio”.

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