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Sanità, Regione Lazio: "Chiesti 300milioni di euro del recovery fund per il Forlanini"

La Regione aveva già candidato Roma a ospitare l'Agenzia Europea per la Ricerca biomedica che dovrebbe andare proprio al Forlanini

Risorse del recovery fund per 300 milioni di euro per il recupero del complesso dell'ex ospedale Forlanini per ospitare l'Agenzia europea della ricerca biomedica. È la richiesta avanzata dalla Regione Lazio all'Europa e annunciata in Consiglio regionale dal vicepresidente, Daniele Leodori. L'occasione è stata la presentazione di una mozione da parte della consigliera della Lega, Laura Corrotti, che chiedeva al presidente Zingaretti l'impegno a una riqualificazione della struttura inserendo all'interno attività sociosanitarie. 

Leodori ha chiesto il ritiro di questa mozione perché "a seguito di un ordine del giorno del Consiglio regionale con il quale abbiamo candidato Roma ad ospitare l'Agenzia Europea per la Ricerca biomedica abbiamo inserito il recupero del Forlanini nelle proposte da finanziare con risorse del recovery fund". Poi ha aggiunto: "Per dare forza a questa candidatura per il momento mi fermerei qui. Aggiungere altro in questo momento indebolirebbe le nostre richieste". Leodori ha spiegato che la discussione sul recovery fund "dovrebbe concretizzarsi entro tre-sei mesi, vedremo se saremo riusciti a centrare i due obiettivi e a quel punto verificheremo altri possibili utilizzi dell'ospedale Forlanini".

Il consigliere dem Eugenio Patané ha commentato: "Si tratta di un'ottima notizia per il nostro territorio. Per ospitare la nuova sede dell'Agenzia Ue non potrebbe esserci luogo più appropriato di Roma e della Regione Lazio, che già oggi rappresentano oltre il 40 per cento dell'intero export farmaceutico nazionale con centri di ricerca all'avanguardia nel panorama europeo come l'istituto Lazzaro Spallanzani". 

Ha aggiunto Marco Vincenzi, presidente del gruppo del PD in Consiglio regionale del Lazio: "Ospitare quindi l’Agenzia europea per la ricerca biomedica sarebbe la naturale e ideale prosecuzione dell’eccellente lavoro che si sta facendo, avendo inoltre il duplice obiettivo di rafforzare la preparazione dell’Unione Europea alle crisi e la capacità di gestire le minacce sanitarie transfrontaliere, sia di origine naturale che intenzionale”.

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