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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Smartworking dipendenti capitolini, dal Campidoglio tutto tace: la delibera di Raggi è rimasta nel cassetto

A due settimane dal termine dello stato di emergenza gli impiegati di Roma Capitale in attesa di direttive: “Lavoro agile è risorsa”

Il 31 marzo termina lo stato di emergenza, così già da venerdì 1 aprile i dipendenti capitolini potrebbero tornare tutti in ufficio. Si perchè le disposizioni contenute nell’ultima circolare a firma del direttore generale e del direttore del Dipartimento organizzazione e risorse umane di Roma Capitale cesseranno i loro effetti a fine mese e, ad oggi, nessuna nuova comunicazione è stata effettuata. 

Il 31 marzo termina lo stato di emergenza: incertezza su smartworking dipendenti capitolini

Così, a meno di nuovi provvedimenti presi allo scadere, niente più lavoro da remoto in misura pari al 50% delle giornate lavorative per ogni dipendente “la cui prestazione individuale sia compatibile con il lavoro agile”. I comunali invece di alternare rispettivamente in ogni settimana due e tre giornate di presenza fisica torneranno ad essere inchiodati in ufficio. D’altronde l’indirizzo del governo è quello che nella Pubblica Amministrazione prevalga il lavoro in presenza come “modalità ordinaria”, parole dei ministri Renato Brunetta e Andrea Orlando. 

Gli uffici del Comune, non sempre ampi e funzionali al rispetto delle distanze interpersonali necessarie per evitare l’eventuale contagio da Covid-19, sono dunque pronti ad accogliere nuovamente amministrativi, tecnici e funzionari. “Per il momento non abbiamo ricevuto nuove disposizioni, così dal primo aprile torneremo in ufficio anche noi che non lavoriamo allo sportello o in contatto diretto con l’utenza” - racconta a RomaToday una delle dipendenti di Roma Capitale. 

I sindacati: "Smartworking è risorsa"

In attesa della definizione del quadro nazionale anche i sindacati chiedono che sul lavoro agile dei capitolini si apra un confronto. “Siamo fermamente convinti che lo smartworking, incidentalmente scoperto con la tragica esperienza della pandemia da Covid, sia una risorsa importante” - ha detto a RomaToday Marco D’Emilia, della Fp Cgil. "I dati ci dicono che i contagi sono in aumento quindi, sempre nelle more delle decisioni governative, è evidente che bisognerà gestire al meglio questa fase e chiedere al Campidoglio come pensa di agire in questo lasso di tempo. Lo smartworking - ribadisce il sindacalista - se le persone vengono messe in condizioni di lavorare è una grande risorsa, d’altronde è la modalità che ha permesso di non fermare tutta la macchina amministrativa durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria”. 

La promessa di Gualtieri: "Lavoro da remoto al 20-30%"

Tuttavia in città la “rivoluzione” ancora non si è compiuta. Il sindaco Roberto Gualtieri in campagna elettorale aveva definito lo smartworking “una modalità importante per migliorare la qualità della vita delle persone, del lavoro e della produttività”. Un modello da regolare e che immaginava potesse assestarsi intorno al 20-30% anche per gli uffici comunali. Lo strumento già c’è: ma la delibera della giunta di Virginia Raggi che fissava come obiettivo finale post emergenza il consolidamento dello smartworking per sempre e in pianta stabile per almeno il 30% dei dipendenti capitolini ad oggi è rimasta lettera morta. Il documento giace dimenticato nei cassetti di Palazzo Senatorio. 

Smartworking, la delibera di Raggi è rimasta lettera morta

Lo sa bene il “padre” di quel provvedimento, ossia l’ex assessore al Personale di Roma Capitale Antonio De Santis. “Si avvicina il termine dello stato di emergenza e sul tema del lavoro agile l'amministrazione Gualtieri sembra lasciare i dipendenti capitolini in uno stato di incertezza” - ha scritto l’oggi consigliere comunale. Già depositata la richiesta di convocazione della Commissione Personale. “Bisogna affrontare una questione che investe l'immediato futuro organizzativo degli uffici e che non può essere procrastinata, anche perchè non si può prescindere da una oculata programmazione che non può certo far rima con improvvisazione. Il tema - ha ricordato - era già stato al centro dell'agenda politico-istituzionale dell'amministrazione Raggi, durante la quale avevamo impostato un'idea di lavoro ben precisa che rispondeva alle nuove sfide imposte da una più moderna e innovativa organizzazione del lavoro. Un argomento, a quanto pare, non prioritario per la Giunta Gualtieri, che continua a comunicare solo di miliardi del PNRR che, tuttavia, non devono diventare però una cortina fumogena rispetto ai tanti ulteriori temi da portare avanti. Il mondo del lavoro è in perenne evoluzione e Roma Capitale - esorta l’ex assessore - non può rimanere ancorata ai concetti di quaranta anni fa. Le indubbie opportunità offerte dallo smart working vanno sfruttate ed è quindi opportuno che si affronti con chiarezza e impegno un tema di grande rilevanza per il futuro della macchina amministrativa capitolina e rispetto al quale andranno a giorni prese decisioni molto importanti”. 

Il lavoro agile per il risparmio energetico

E sul lavoro agile, come strumento utile anche al risparmio energetico, l’Assemblea Capitolina ha votato la mozione della lista Civica Calenda. “Siamo con Gualtieri affinché metta in atto le azioni necessarie per sensibilizzare la popolazione al risparmio energetico. Nello stesso tempo, vogliamo che da Roma arrivi un segnale preciso al Governo, e in particolare al ministro Brunetta. I contagi da Covid sono in risalita, i trasporti pubblici locali alla massima capienza e i rincari del carburante non accennano a diminuire: abbiamo uno strumento a disposizione, il lavoro agile, che sarebbe utile come deterrente all’aumento della circolazione del virus e contestualmente potrebbe aiutare le famiglie a risparmiare. Vogliamo - ha dichiarato Flavia De Gregorio, capogruppo della Lista Civica Calenda in Campidoglio - che venga presa in considerazione una proroga oltre il 31 marzo, autorizzando i dipendenti comunali a prestare il proprio servizio da casa. Il Sindaco Gualtieri faccia da apripista nella discussione nazionale”. 

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