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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Sindaco o sindaca? Roma si interroga su come chiamare Virginia Raggi

Con l'elezione di una donna sulla cima del Campidoglio si pone anche un interrogativo linguistico: la carica va declinata al femminile o, com'è l'uso più frequente della lingua italiana, al maschile?

Sindaco o sindaca? Dopo la vittoria di Virginia Raggi in Campidoglio, così come quella di Chiara Appendino a Torino, per i romani si pone un nuovo interrogativo di tipo linguistico: chiamarla sindaco o sindaca? La discussione è apertissima, sia per le strade della Capitale sia nelle redazioni dei giornali che, come la nostra, si stanno interrogando sulla declinazione da dare ad una carica che per la prima volta nella storia della Città Eterna viene ricoperta da una donna. La questione, infatti, è linguistica ma anche 'di genere' in un momento in cui la cosiddetta 'parità' non è una condizione sociale assicurata. 

C'è chi sostiene che il termine maschile 'sindaco' sia quello grammaticalmente più corretto, quello da sempre utilizzato nella lingua italiana. E c'è chi, invece, rivendica che la parità di genere nel ricoprire delle cariche debba passare anche da un impiego adeguato della lingua italiana. Per questo, anche se termini come sindaca o avvocata possono risultare poco familiari, è arrivato il momento di utilizzarli quotidianamente. Del resto dovrebbe essere la lingua a servire alla società e ad adattarsi ad essa e non viceversa. Anche la Treccani non esclude questa possibilità. Del resto, negli ambienti più sensibili alla parità di genere i termini al femminile vengono utilizzati da anni. Se cariche, ruoli e professioni che nel passato erano quasi sempre ad appannaggio degli uomini sono ricoperte anche dalle donne perché non dirlo con le parole giuste?

La diretta interessata, per ora, ha utilizzato il maschile. "Sarò il sindaco di tutti" ha affermato Virginia Raggi poco dopo la vittoria, nella notte tra domenica e lunedì. Però ha anche sottolineato: "In un momento storico in cui le pari opportunità sono ancora una chimera considero questa una notizia dal valore straordinario". Virginia Raggi potrebbe presto decidere di essere una sindaca. 

Sul tema si è espressa anche l'Associazione Stampa Romana: "Roma si è risvegliata stamani con una nuova sindaca, Virginia Raggi, la prima donna in Campidoglio nella storia della Capitale: appena chiaro il responso delle urne, questa notte le sue prime parole sono state dedicate alle pari opportunità" scrive in una nota Arianna Voto, presidente della Commissione Pari Opportunità. "Una consapevolezza del ruolo di cui è investita, anche in questo campo, che ci fa piacere riscontrare e sottolineare. Nel giorno in cui l’Associazione Stampa Romana, assieme all’Ordine dei Giornalisti del Lazio,  alla Cpo Usigrai, all’Aer-Anti Corallo,  alle Università regionali e alle associazioni Zeroviolenza Onlus e Giulia firma il protocollo Donne e Media, promosso dal Corecom del Lazio e dalla Regione Lazio per la corretta e paritaria rappresentazione della donna attraverso i mezzi di comunicazione, invitiamo le colleghe e i colleghi ad adottare un linguaggio non sessista, a partire dal declinare al femminile  'la sindaca Virginia Raggi'. Sarebbe questo il segnale di un riconoscimento della differenza come ricchezza e pluralismo culturale".

E' di ieri il tweet del direttore di Repubblica Mario Calabresi che postando un articolo del proprio quotidiano ha scritto: "Occasione per aggiornare il vocabolario: noi lo abbiamo già fatto". Anche sul Corriere della Sera è stato pubblicato un editoriale dal titolo 'E adesso chiamiamola sindaca' nel quale ci si esprime chiaramente a favore del nome al femminile. La Stampa si lancia anche nel plurale: "Virginia e Chiara, sindache dimezzate" il titolo di un articolo. La disputa è aperta. Del resto se per la prima volta nella storia di Roma in Campidoglio è stata eletta una donna ci si può anche abituare ad utilizzare la parola 'sindaca'. 

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