Bilancio, sindacati contro i tagli ai servizi sociali: "Raggi ci ignora e noi scendiamo in piazza"
Già in calendario una manifestazione per il prossimo 13 gennaio: "Il welfare cittadino va rinforzato"
"Temiamo che ci sia l'intenzione di Roma Capitale di dare un duro colpo ai servizi sociali della città. Abbiamo già denunciato l'assenza dei rappresentanti dell'Amministrazione interessati, in primis l'Assessore al Bilancio e l'Assessore alle Politiche Sociali, alla Commissione Trasparenza del 30 dicembre scorso. Anche l'appello rivolto alla stessa sindaca Raggi, per risolvere le tante questioni aperte, è rimasto finora inascoltato".
È la denuncia che arriva da Fp Cgil di Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti, Uil Fpl Roma e Lazio e le Centrali Cooperative Agci Solidarietà Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio e Legacoopsociali Lazio. Tutti pronti a lanciare l'appello al Campidoglio e una mobilitazione fissata per il 13 gennaio, quando le organizzazione sindacali e cooperative si troveranno in viale Manzoni sotto l'assessorato alle Politiche sociali.
"L'assistenza domiciliare, l'assistenza all’integrazione degli alunni disabili e quella agli anziani hanno già pagato il prezzo delle riduzioni e delle tardive rimodulazioni, non garantite in modo omogeneo sul territorio, a cui si sono aggiunte problematiche nella fatturazione per i servizi svolti" spiegano le organizzazioni.
La protesta è legata ai tagli previsti per i municipi nel bilancio previsionale 2021. "Il welfare cittadino, già provato da anni di disinvestimenti, va al contrario rinforzato - aggiungono sindacati e coop - i fondi per il sociale non possono essere stanziati sullo storico del 2020, anno in cui ci sono state forti flessioni di servizio per la pandemia, quanto piuttosto devono essere usati i risparmi di spesa prodotti nel 2020 per recuperare le ore non erogate nell’anno appena concluso ed implementare i servizi, vista l’emergenza sociale creata dal perdurare della pandemia. Il rischio è che siano lavoratori e famiglie, già in difficoltà, a pagare la miopia dell’Amministrazione e l’ulteriore contrazione dei servizi".
I sindacati chiedono un confronto, che porti all'emanazione di linee guida da parte dei Dipartimenti competenti e della Ragioneria Generale, "per far sì che, anche se a posteriori, siano chiare e uniformi le modalità di riconoscimento economico legate alle attività dei servizi rimodulati (assistenza domiciliare, OEPA, centri diurni, etc.) e riconoscere agli enti gestori i maggiori oneri per l’attuazione di tutte le misure di sicurezza previste per il contenimento del contagio da Covid-19 (adozione di protocolli organizzativi, forniture di DPI, etc)".