Ama, non si placa lo scontro con i sindacati: "Azienda viola contratto collettivo nazionale"
L'ennesimo attacco contro la partecipata arriva dalla Uilt: "Nomine a dirigenti e aumenti di stipendio superiori a quanto previsto dal contratto nazionale". Già due esposti sul tema sono stati depositati dalla Cgil e dalla Lega
Contro le nomine, gli aumenti ai dirigenti, gli appalti che lasciano a casa centinaia di lavoratori. In Ama lo scontro con i sindacati non si placa. Stavolta ad attaccare l'azienda partecipata addetta alla raccolta rifiuti e al decoro urbano del Comune di Roma è il segretario regionale Uilt Alessandro Bonfigli. "Oltre ai documenti depositati alla Corte dei Conti abbiamo più volte detto da maggio 2020 quanto oggi sta emergendo - denuncia il sindacalista - un vero e proprio abuso in un contesto, quello di Ama, investito da una tempesta perfetta in termini di assenza di una stabilità economica finanziaria, stato patrimoniale, certezza occupazionale e consolidamento impiantistico industriale".
"Violato il contratto nazionale"
Il sindacato parla di "nomine a dirigenti e aumenti di stipendio superiori a quanto previsto dal contratto nazionale". Le stesse accuse che sono già arrivate nei giorni scorsi dalla Cgil e dai rappresentanti della Lega in Campidoglio, depositari entrambi di un esposto ai giudici contabili. Nel mirino aumenti ai dirigenti a marzo 2020, in piena pandemia di coronavirus (che l'azienda giustificò al tempo parlando di decisione prese e avviate mesi prima), e ulteriori indennità che sarebbero arrivate lo scorso agosto, "con lettere individuali e senza rispettare - è l'accusa - le norme contrattuali".
"Sindacati mai coinvolti"
"Il tutto si è svolto senza minimamente coinvolgere i sindacati nell'ambito dei livelli di trattazione previsti per le materie corrispondenti - prosegue il sindacalista - non è ammissibile assistere in silenzio alla demolizione di Ama chiedendo ai lavoratori netturbini, autisti, cimiteriali, impiegati, meccanici, addetti all inferno degli impianti e alle und (lavoratori impiegati nella raccolta delle utenze non domestiche, ndr) sacrifici e responsabilità e poi gli altri partendo dai più poveri i capi area impiegati si sono trovati nette in busta 300 euro di aumento in più pensionabili e retroattive da marzo 2020, altro che beffa qui c'è un danno vero e proprio al cuore dei cittadini e dei lavoratori".
"Ignorate le procedure selettive previste dalla legge"
"Siamo in presenza di una violazione del contratto collettivo nazionale e di regole di confronto tra le parti". Oltre che, secondo la Uilt, del Testo unico sulle società partecipate. E di un possibile danno erariale. "La valorizzazione dei dipendenti deve avvenire attraverso delle procedure selettive al fine di valorizzare le professionalità interne, misurandone esperienza sul campo ,obiettivi raggiunti, presenza e comportamento etico e disciplinare nonchè possesso di eventuali titoli di specializzazione. Insomma, la progressione di carriera doveva avvenire per selezione, procedura del tutto, dopo tanti clamori nuovamente ignorata da Ama".
A inasprire i rapporti tra le parti sociali il nuovo bando dedicato alla raccolta rifiuti per le utenze non domestiche (negozi, scuole, uffici, ospedali), che ha lasciato fuori 200 lavoratori di aziende terze che non sono stati internalizzati in Ama, come inizialmente garantito dall'azienda, e che ora rischia di lasciarne a casa altri 150 perché una parte delle utenze iniziali non sarà più servita dal porta a porta. Senza contare che ancora mancano i bilanci approvati da Roma Capitale, il piano economico finanziario, il piano industriale di rilancio, l'avvio del piano assunzionale. Un clima dove le proteste sono ormai quotidiane.