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La consigliera M5s prepara l'addio: "Me ne vado. Raggi pensa solo a campagna elettorale"

Da tempo Simona Ficcardi ha rotto ogni rapporto con la sindaca non approvandone più la linea politica. Non aderirà al movimento di Monica Lozzi

Un bilancio che sacrifica i fondi sui servizi sociali, fatto solo di opere che Raggi potrà "rivendersi in campagna elettorale", e di scarsa trasparenza. La manovra previsionale 2021-2023, in corso di votazione questa settimana in Consiglio comunale, potrebbe portare la consigliera Simona Ficcardi a lasciare il M5s. La decisione, salvo sorprese, è presa e ora solo da ufficializzare. Anche perché, lo ammette lei stessa, questo bilancio è solo una goccia che fa traboccare un vaso fatto di rabbia e malcontento montati nei mesi. 

"Sono rimasta pensando di poter cambiare le cose dall'interno, ma non funziona" si sfoga a RomaToday dopo che in Aula, racconta, non le è stato possibile discutere alcuni emendamenti importanti che aveva presentato sul tema rifiuti. Già, i rifiuti. La rottura con la sindaca Virginia Raggi è lontana nel tempo e risale alla scelta, con un atto in giunta votato il 31 dicembre 2019, di realizzare una discarica nel territorio dove la stessa Ficcardi è politicamente cresciuta, la Valle Galeria. Qui la pasionaria ambientalista promise ai suoi elettori che dopo Malagrotta l'immondizia sarebbe stata solo un lontano ricordo. Costretta poi, per colpa di Raggi, a rimangiarsi la parola data. Di recente poi lo scontro con la delegata alle periferie Federica Angeli, e ancora prima sui rifiuti con il capogruppo Giuliano Pacetti. E la pubblica ammissione affidata ai social: "Il Movimento mi ha deluso".

"Raggi ha sempre lavorato sola"

C'è poi la mancanza di confronto e dialogo di Raggi con la sua maggioranza. Un rimprovero costante che alla sindaca è stato rivolto da più parti e da più consiglieri nel tempo fino alla scelta di candidarsi ancora una volta sindaco di Roma. Una decisione, è l'accusa, mai condivisa con la base di attivisti e consiglieri. "Raggi ha sempre lavorato sola. Non ha rispettato un programma condiviso - spiega Ficcardi - l'ultimo cambio di assessori è stato comunicato via chat a scelta già avvenuta. Me l'hanno fatto vedere perché io da tutte queste chat sono uscita da tempo, è indecente comportarsi così e ci mostra di che pasta è fatta la candidata sindaco". Tutta concentrata, sostiene Ficcardi, sulla sua campagna elettorale in pieno corso. "Io non ci sto a prestarmi al suo servizio come fanno altri". 

Insomma, la scelta è quasi presa. Rimane solo da comunicare. Aderirà al progetto dell'ex M5s Monica Lozzi, presidente del VII municipio? "No, purtroppo non mi ha entusiasmato l'iniziale vicinanza con Gianluigi Paragone (ex grillino fondatore di Italexit). Stimo Monica politicamente e lei lo sa, è un'eccellente amministratrice. Ma quel passaggio mi ha fatto storcere il naso. Il mio futuro politico è tutto da chiarire ancora". 

Perché la maggioranza è a rischio

Insieme a Ficcardi dovrebbe uscire dal Movimento a stretto giro anche la consigliera quasi ex grillina Maria Agnese Catini, presidente della Commissione Politiche sociali. Le ragioni, all'incirca, sono le stesse. Due addii che metteranno a serio rischio la tenuta della maggioranza. Dai 29 consiglieri M5s iniziali il gruppo rischia ora di ridursi a soli 25 membri tra i banchi dell'Assemblea. Il totale dei consiglieri in Aula, lo ricordiamo, è di 48 più la sindaca. Perché il Movimento mantenga la maggioranza durante le votazioni servono quindi tutti quei 25 consiglieri presenti. Se anche solo uno si assenta dovrà essere presente la sindaca Raggi a colmare il vuoto. Servono tutti e 25 consiglieri ma soprattutto servono tutti allineati. Un'ardua impresa considerando la presenza del gruppo dei cinque consiglieri "ribelli" (Enrico Stefàno, Donatella Iorio, Marco Terranova, Angelo Sturni, Alessandra Agnello), ancora dentro il Movimento ma sempre pronti nel caso a non allinearsi alla linea Raggi. 


 

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