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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Fari su Termini, cosa fa il Comune per migliorare la sicurezza: intervista all'assessora Lucarelli

A RomaToday parla l'assessora alla Sicurezza e Pari Opportunità: "Vogliamo rafforzare i controlli e potenziare l'accoglienza"

Il tema della sicurezza nella zona della stazione di Termini, e più in generale in città, torna prepotentemente di attualità dopo l’aggressione ai danni di una giovane turista di nazionalità israeliana avvenuta la sera dell’ultimo dell’anno. L’arresto di Aleksander Mateusz Chomiak, il 25enne cittadino polacco ritenuto il responsabile dell’accoltellamento, ha nuovamente puntato i riflettori sul microcosmo che circonda la stazione principale di Roma, una delle più grandi e importanti d’Italia, uno spaccato di umanità che raccoglie e riflette tutte le fragilità e le criticità di una società in cui malattia mentale e povertà risultano spesso invisibili.

In questo contesto, terreno fertile anche per la criminalità, è purtroppo estremamente facile che si verifichino episodi di violenza come quello di cui è stata vittima Abigail Dresner. Ne abbiamo parlato con Monica Lucarelli, assessora alla Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità del Comune di Roma.

VIDEO | Una notte con i carabinieri a Termini 

Assessora Lucarelli, l’accoltellatore di Termini è stato individuato e arrestato nel giro di poco tempo. Si tratta di un giovane con precedenti, di fatto un senza dimora. Un soggetto come molti ne gravitano intorno a Termini, che riporta l’attenzione sulla sicurezza - sperimentata e percepita - dello scalo romano.

Il tema della sicurezza a Termini è all’attenzione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica su base settimanale, perché ci rendiamo conto tutti , il Comune in primis, ma anche prefettura, questura, comando generale dei carabinieri e polizia locale, che l’area di una stazione grande come Termini è un’area che ha fragilità e vulnerabilità importanti come purtroppo accade in tutte le città. Abbiamo già effettuato interventi di bonifica delle aree più critiche intorno alla stazione, il sottopasso Turbigo ne è stato un esempio, ma non basta. Ci sono altre aree, via Giolitti, via Marsala, ma anche quelle verso Castro Pretorio e la zona che arriva sino all’inizio della Tiburtina, che restano molto attenzionate.

Quali sono le strategie e le misure che il Comune ha messo in campo per gestire una situazione evidentemente problematica?

 La sala operativa sociale sta lavorando di comune intensa con la polizia locale per individuare i soggetti vulnerabili e senza fissa dimora che vivono situazioni di grande fragilità economica o salute mentale. Questi sono soggetti cui bisogna offrire opportunità alternative, e viene fatto offrendo loro posti letto in luoghi protetti, ma anche un supporto che sia medico e sociale. Ci sono poi i soggetti che delinquono e hanno un altro tipo di problematiche, che fanno invece capo alla questura di Roma e al comando generale dei carabinieri. Lavoriamo tutti di comune accordo: vogliamo rafforzare il presidio delle forze dell’ordine sia all’interno che all’esterno della stazione, e individuare altri luoghi di accoglienza in modo da offrire altri posti letto ai soggetti più fragili e vulnerabili che hanno bisogno di supporto e presa in carico a livello sociale e di salute. 

L’aggressione è avvenuta ai danni di una turista, in un periodo in cui moltissimi turisti sono a Roma per le festività natalizie. E sono inevitabilmente aumentati anche scippi e furti. Ritiene che Roma venga percepita come una città sicura?

Indubbiamente il periodo delle feste e di maggiori afflussi turistici creano delle “opportunità” in più per chi vuole commettere atti delinquenziali, furti e scippi, in alcuni casi purtroppo qualche aggressione e ciò che è accaduto il 31 sera è l’apice. Le forze dell’ordine stanno lavorando quotidianamente con presidi fissi per monitorare e controllare. Confrontandoci con il prefetto abbiamo chiesto di raddoppiare il personale coinvolto nelle aree di Termini, e anche all’interno della stazione. Dove comunque la situazione è migliorata, anche grazie ai tornelli. Ogni settimana, ormai da diversi mesi, si procede con l’identificazione di persone, sono state migliaia e sono stati emessi daspo e denunce. Anche per questo, dal confronto con il ministro Piantedosi, avvenuto poco prima di Natale, insieme con i sindaci e rappresentanti di Napoli e Milano, si è deciso di istituire un tavolo tecnico dedicato alla sicurezza delle grandi stazioni.

Collettivi e associazioni che si battono per la tutela dei diritti delle donne da tempo chiedono investimenti per rendere la città più sicura per le donne. Ci sono iniziative che si potrebbero mettere in campo, secondo lei?

È un tema per me prioritario, anche per le deleghe che ho. Essendo io donna e madre è un tema che mi sta molto a cuore. Dobbiamo dirlo, siamo soggette purtroppo più facilmente, lo raccontano i dati, ad aggressioni e azioni di disturbo o di attacco, basti pensare ai più clamorosi che hanno colpito la nostra città, purtroppo hanno sempre avuto come oggetto donne. Dobbiamo lavorare su un sistema di videosorveglianza attivo, che non serva soltanto in supporto alle indagini per individuare e arrestare soggetti colpevoli, ma che ci aiutino a intercettare gli atti in corso in modo da avvenire immediatamente. E poi l’illuminazione della città su cui stiamo ragionando in modo attento: in occasione del 25 novembre abbiamo firmato una lettera di intenti tra l’assessore Segnalini e alcune presidenti di Municipio per individuare le aree più buie e critiche della città e intervenire.

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