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Sociale, nove milioni per otto municipi: "Ritardo? Colpa dell'eredità passata"

Tre milioni e 181 mila riservati all'assistenza degli alunni disabili nelle scuole e 6 milioni circa ad altri servizi in base alle richieste pervenute dal territorio

Una delibera di giunta salva i servizi sociali sui territori e avvia l'erogazione del fondo povertà stanziato dal governo Renzi. I ritardi che hanno ingenerato gli allarmi degli ultimi giorni? La sindaca chiarisce in conferenza stampa. E senza il minimo accenno al balletto di poltrone proprio per la casella dei conti capitolini, incolpa chi l'ha preceduta: "Ci hanno lasciato il caos nel bilancio, i conti non erano in ordine e ancora non lo sono, ma siamo comunque riusciti a evitare il peggio". Con una variazione di bilancio votata in giunta il 30 settembre, giorno di scadenza dei fondi disponibili per molti municipi, è stata data una prima risposta alle aree risultate maggiormente in sofferenza, "resa possibile da un puntuale lavoro di verifica". 

Nove milioni di euro, di cui 3 milioni 181 mila riservati all'assistenza degli alunni disabili nelle scuole e 6 milioni circa ad altri servizi in base alle richieste pervenute dal territorio (assistenza domiciliare, case di riposo, contributi alle famiglie), così suddivisi: 433 mila 470 euro al municipio III, 350 mila euro al VII, 150 mila euro al X, 212mila 921 euro per il XIV, 1 milione e 260 mila euro per l'IX Municipio, 260 mila al XIII, 415 mila al XV e 100 mila all'XI. 

"Un segnale importante" per l'assessore al Sociale, Laura Baldassarre, primo interlocutore di minisindaci e consiglieri municipale che hanno manifestato in più occasioni le difficoltà di copertura dei servizi. Un salvataggio all'ultimo secondo (venerdì 30 settembre le risorse si sarebbero esaurite in molti parlamentini) che va di pari passo con l'attivazione del Sia (Sostegno Inclusione Attiva), contributo di sostegno economico elargito dal governo centrale alle famiglie bisognose, con cadenza mensile, su una card elettronica. 

IL FONDO SIA - Partirà giovedì 6 ottobre. Per accedervi i nuclei che rientrano nei requisiti di cittadinanza e residenza, familiari ed economici richiesti, devono aderire ad un "progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa". Il progetto è costruito insieme ai membri della famiglie stessi, valutando problemi e bisogni di tutti i componenti, e si articola in una serie d'interventi integrati tra loro. Servizi sociali dunque in rete con gli altri servizi del territorio: centri per l'impiego, servizi sanitari, scuole, terzo settore, parti sociali e l’intera comunità. "E' una misura di carattere nazionale, valida per tutti i Comuni, ma a Roma non era nemmeno partita" spiega la sindaca. Il ritardo era stato denunciato in diversi municipi: i richiedenti agli sportelli venivano rispediti a casa senza risposte. Ma la colpa sarebbe del passato. "In città la sperimentazione sulla carta acquisti è partito nel 2012 ma non si è mai concluso. Abbiamo dovuto gestire questo ritardo, ma ce l'abbiamo fatta". 

Tamponata l'emergenza resta l'ordinario, con le sue lacune ancora da affrontare. Dalla carenza di organico impiegato nei servizi sociali, come ricorda l'ex minisindaco di Montesacro, Cristiano Bonelli. "Sono pochissimi per tutti i servizi con le domande triplicate. Mi auguro che si mettano in campo tutte le misure necessarie". E poi tutto ciò che interessa anche l'ambito sanitario di competenza regionale. "Rimangono problemi gravi legati alla copertura degli orari dell'assistenza domiciliare infermieristica" spiega Daniela Michelangeli, della Consulta permanente per persone con disabilità (III municipio). "Con l'accorpamento delle Asl registriamo mancanze di organico". Ma sul punto Raggi rassicura: "Stiamo interloquendo con la regione Lazio per una revisione dell'intero piano di assistenza, il dialogo e il confronto sono costanti". 
 

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