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Sgombero Selam Palace: "Dopo 50 giorni dal Comune nessuna soluzione per le persone finite per strada"

La denuncia arriva da Nonna Roma e da Pensare Migrante: "Il dipartimento Politice sociali aveva promesso una soluzione, ma non ha più risposto alle nostre sollecitazioni"

A cinquanta giorni dallo sgombero dei sotterranei del Selam Palace non è arrivata alcuna soluzione alternativa alle 70 persone rimaste senza casa. La denuncia arriva dall’associazione Nonna Roma che da quel giorno, insieme a Pensare Migrante, sta cercando di dare un sostegno a quanti sono rimasti per strada: “La Questura, il 1 aprile, ha predisposto lo sgombero all’alba, senza alcun preavviso, poiché i sotterranei dove avevano trovato rifugio circa 70 persone vertevano in condizioni invivibili. Una mossa in parte necessaria per salvaguardare la dignità umana di chi ci viveva, ma che ha tolto improvvisamente quell’unico tetto sopra la testa a tanta gente a cui non è stata proposta alcuna alternativa diversa dalla strada”. 

Si tratta di ex uffici, abitati ormai da anni da circa 500 persone provenienti dai paesi del Corno d’Africa. “Dopo un rimbalzo di responsabilità tra le autorità preposte, infatti, non c’è stata alcuna presa in carico della situazione. Come si poteva immaginare, non avendo interpellato la Sala operativa sociale in merito, lo sgombero ha causato una gravissima emergenza sociale: non sono stati improntati interventi per proporre alcun tipo di alloggio alle 70 persone presenti, né è stato tenuto conto delle diverse vulnerabilità delle persone sgomberate, tra cui diversi anziani e soggetti fragili. Anche dopo aver interpellato la Sos, la risposta è stata sempre la stessa: ‘Nei circuiti cittadini non c’è posto’”. 

Proprio l’associazione Nonna Roma, insieme a un nutrito gruppo di persone sgomberate e ad alcune associazioni solidali e impegnate nel rispetto dei diritti dei migranti, pochi giorni dopo lo sgombero hanno manifestato per chiedere al dipartimento Politiche sociali del Comune di Roma di avviare un percorso che permetta una soluzione a quanti sono rimasti senza un tetto sulla testa: “C'era stata la promessa di collaborare per tentare di trovare una soluzione immediata per le persone coinvolte. Ma purtroppo sì è trattato solo di un mero palliativo, perché dal 12 aprile il dipartimento delle Politiche sociali non ha più risposto alle nostre sollecitazioni. Dopo che è stato murato l'accesso ai sotterranei del Selam Palace, il lavoro delle autorità sembra essere terminato, tuttavia, 70 persone vivono per strada e cercano di arrangiarsi". 

Da qui la denuncia: “Esigiamo non solo risposte, ma fatti concreti e subito! E lo facciamo soprattutto alla luce di un ulteriore recente sgombero, avvenuto con le stesse modalità, in un palazzo occupato a Torcervara, dove vivevano circa 100 persone. Anche qui in via Costi, difatti, la Questura ha effettuato uno sgombero senza purtroppo coordinarsi preventivamente con le altre Istituzioni al fine di capire come migliorare in maniera dignitosa le condizioni di queste persone. In questo caso la SOS si è palesata solo dopo le nostre insistenze e delle altre associazioni presenti durante lo sgombero. Continuiamo a dare voce a questi uomini e donne, ma il silenzio del Dipartimento è diventato assordante. Chiediamo risposte e fatti: la strada non può rappresentare l'unica opzione”.

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