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Politica Casal Bertone / Via Castelguidone

Casal Bertone, sgomberata occupazione rom in via Castelguidone

Gli occupanti sono rimasti tutto il giorno fuori dall'assessorato alle Politiche Sociali a viale Manzoni. "Rimaniamo accampati fino a che non arriva una soluzione"

È stata sgomberata questa mattina l'occupazione a scopo abitativo di via Castelguidone, a Casal Bertone. Lo stabile, quattro strutture basse un tempo occupate da uffici delle Ferrovie dello Stato, era stato 'preso' nel corso di uno Tsunami Tour dei movimenti per il diritto alla casa ed era abitato autonomamente da una trentina di famiglie rom, tra cui molti bambini. Come raccontano gli occupanti, l'operazione è stata portata avanti dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa con l'aiuto della Polfer. “Un'operazione che viene fatta proprio nel giorno della memoria senza ricordare però che oggi si commemora anche il Porrajamos, il genocidio di rom e sinti” protesta un attivista presente.

Per protesta una cinquantina di persone si è così riversata in viale Manzoni 16, di fronte all'assessorato alle Politiche Sociali chiedendo un incontro con l'assessore Rita Cutini. Momenti di tensione di fronte all'arrivo delle forze dell'ordine, che si sono presentate con diversi blindati.  Anche l'ingresso della struttura, per non permettere alle persone sgomberate di entrare, è presidiato dalle forze dell'ordine. "Abbiamo chiesto un incontro con l'assessore ma nessuno ci dà notizie in merito" denuncia Gianluca Staderini di Popica Onlus. "Non sono mancati nemmeno momenti di tensione quando i manifestanti, di fronte all'assenza di risposte, hanno iniziato a premere contro l'ingresso degli uffici difesi dalle forze dell'ordine". Protestano i presenti: “L'assessore non ci vuole ricevere, abbiamo diritto a una casa”.

"Una comunità fatta di uomini, donne e tanti bambini che hanno scelto di autodeterminarsi rigettando le politiche discriminatorie e assistenzialistiche delle istituzioni, con il sostegno di molte associazioni e cooperative del terzo settore. Politiche che producono segregazione nei campi e affari d'oro per chi sostiene percorsi separati per i rom, con costi di mantenimento del “sistema campi nomadi” di 86 milioni di euro tra il 2005 e il 2011" denunciano in un comunicato di solidarietà gli attivisti di Basta campi. Basta Cie, Blocchi Precari Metropolitani e Popica Onlus. "L'attacco di oggi all'occupazione dimostra, ancora una volta come in questa città l'autodeterminazione che si contrappone al business non sia tollerata. Le parole del sindaco Marino del 23 gennaio scorso contro gli insediamenti abusivi dei rom sono una brutta copia del suo predecessore Alemanno e confermano la linea affaristica che ormai da vent'anni il Comune di Roma tiene sulla testa dei rom".

"Intorno alle 13 una delegazione è stata ricevuta dalla segreteria dell'assessore Cutini che ha dichiarato l'estraneità del Comune a questa iniziativa addossandola a Ferrovie dello Stato e alla Polfer, confermandoci il dato di una città governata dai poteri forti" raccontano gli attivisti dei Blocchi precari metropolitani.

"L'incontro si è concluso con l'impegno da parte dell'amministrazione comunale a trovare una soluzione". Le famiglie, in attesa di una proposta da parte dell'amministrazione, sono rimaste in presidio fino a sera. "Rimarremo qui fino a che non daranno una soluzione accettabile. Rigettiamo l'assistenza solo per donne e bambini per lasciare i padri in mezzo a una strada" spiega Gianluca Staderini. Intanto, vista la pioggia battente, donne e bambini sono stati fatti entrare nell'atrio della struttura. "Siamo pronti ad accamparci qui fuori se non arriverà un'alternativa alla strada".

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