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Sgomberi, 9 luglio nuova riunione su Cardinal Capranica: movimenti e sindacati preparano protesta in Regione

Martedì alle ore 12 in Prefettura nuova riunione del Comitato provinciale per la sicurezza. Intanto Comune e Regione lavorano al 'modello Carlo Felice'

Sospeso lo ‘sgombero senza alternative’, non si arresta il lavoro per intervenire sull’ex scuola pubblica di via Cardinal Capranica, a Primavalle, abitata da 78 famiglie, tra cui 80 minori. Gli uffici competenti in materia di Politiche Sociali e Abitative di Comune e Regione stanno lavorando per definire il quadro degli immobili dove accogliere queste persone in vista dell’operazione che, secondo quanto apprende Romatoday, potrebbe avvenire entro la fine del mese di luglio. Domani ci sarà un pre-incontro in Prefettura. L’obiettivo è arrivare con un piano definito a martedì 9 luglio, quando, in Prefettura, alle ore 12, si riunirà di nuovo il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che affronterà il caso. 

Gli assessorati comunali a Politiche Abitative e Sociali, di Rosalba Castiglione e Laura Baldassarre, insieme al delegato alla Sicurezza di Roma Capitale, Marco Cardilli, e l’assessorato alle Politiche Abitative regionale di Massimiliano Valeriani stanno lavorando per mettere a segno il cosiddetto ‘modello Carlo Felice’, dal nome della via dove si trovava l’occupazione sgomberata a febbraio, in merito alla quale sono state messe in campo delle soluzioni di assistenza alloggiativa temporanea, prima dell’intervento diretto dei blindati. Tra le soluzioni al vaglio per le famiglie di Cardinal Capranica, oltre 200 persone in tutto, alcune strutture di proprietà di Roma Capitale, alcuni appartamenti del patrimonio non erp della Regione e altri immobili che potrebbero essere resi disponibili grazie a un protocollo tra il municipio XIV e la città metropolitana di Roma. 

“Si è molto disquisito sul modello ‘Carlo Felice’ come soluzione soft nella gestione degli sgomberi, modalità difficilmente replicabile nel tempo di un mese per Cardinal Capranica”, era stato il commento di movimenti e realtà sociali cittadine all’indomani della notizia della sospensione delle operazioni di sgombero. “Sarebbe utile che il confronto per ora solo tra soggetti istituzionali comprendesse anche le donne e gli uomini che vivono nello spazio occupato e i movimenti sociali che si stanno battendo per soluzioni dignitose e complessive, che prevedano anche una tutela delle relazioni territoriali ormai acquisite dai nuclei che vivono negli stabili occupati”.

Un confronto che, fanno sapere, “non è avvenuto”. Così non si arresta la mobilitazione dei movimenti per il diritto all’abitare e di tante realtà cittadine, da spazi sociali agli studenti, passando per sindacati e associazioni, che il 22 giugno scorso hanno riempito le strade del centro della città al grido di ‘Roma non si chiude’ e che giovedì 27 giugno, giorno in cui era stato programmato lo sgombero, si sono detti a formare un muro popolare contro qualsiasi operazione delle forze dell’ordine. 

Il prossimo appuntamento è per il 10 luglio alla Regione Lazio. “È arrivato il momento di una legge per garantire il diritto all’abitare”, scrivono in una nota i Movimenti, Asia Usb e Unione Inquilini. “La Regione Lazio sta per mettere mano alla Legge 12 e lo sta facendo senza un confronto. Anche le mobilitazioni e i cortei sembrano non scalfire l’operato della Giunta Zingaretti e dell’assessore Valeriani. Tavoli di confronto promessi completamenti disattesi e promesse disseminate a piene mani sembrano essere gli strumenti preferiti da questa amministrazione sul tema dell’abitare”. 

In primis la questione della delibera regionale del 2014 contenente un piano per l’emergenza abitativa della Regione e “mai applicata su Roma”, che conteneva soluzioni anche per gli occupanti. Un “balletto dissennato con la sindaca Raggi che ha lasciato nel cassetto inutilizzati quasi 200 milioni di euro. Mentre la graduatoria degli aventi diritto ad una casa popolare cresceva, i residence ribollivano e le occupazioni abitative venivano minacciate di sgombero, così come gli occupanti per necessità delle case popolari”. 

La piattaforma delle tematiche messe in campo è ampia e va dalla legge che regola l’accesso all’edilizia pubblica, in merito alla quale l’assessore Valeriani sta lavorando a una modifica da sottoporre al Consiglio regionale, alle regolarizzazioni nelle case popolari, passando per i piani di zona e il piano di vendita delle case Ater, così come riportato ieri da Romatoday. “Non si vuole affrontare il problema del rilancio di una politica pubblica per la casa”, si legge ancora nella nota. Per questo, il 10 luglio, scatta una nuova mobilitazione. Mentre qualche ora prima, in Prefettura, saranno ore importanti per decidere il futuro delle 200 persone che vivono nell’ex scuola di Cardinal Capranica. 

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