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Centro Baobab sotto sgombero, i volontari: "Da qui non ci spostiamo"

I volontari presenti nel centro di via Cupa denunciano che "ci sono 30 persone che non sono ancora state ricollocate". La replica del Campidoglio: "Non verrà usata la forza pubblica. Tutti verranno sistemati"

“Noi da qui non usciamo fino a che non verranno ricollocati tutti i migranti presenti e fino a che non verrà trovata una soluzione stabile anche per il futuro”. Sono decisi a resistere i volontari del centro di accoglienza per rifugiati e transitanti 'Baobab' di via Cupa 1 che, secondo quanto gli è stato comunicato, potrebbe essere sgomberato già da domani mattina. “Ci troveranno qui, insieme alle persone che ancora dormono in questa struttura” ha spiegato Roberto Viviani, uno dei volontari, nel corso di una conferenza stampa. Proprio presso il centro, martedì 24 novembre le forze dell'ordine hanno effettuato un blitz presso la struttura e in seguito a controlli e identificazioni hanno portato via 23 migranti. “Una parte di questi è finita nel Cie di Ponte Galeria”.  Nel tardo pomeriggio però una nota del Campidoglio rassicura che non ci sarà alcun intervento con la forza pubblica: "Tutte le persone ospitate attualmente all’interno della struttura verrà offerta un’adeguata sistemazione alloggiativa".

Nel centro attualmente ci sono ancora circa trenta persone. “Circa venti sono state ricollocate nei giorni scorsi, in parte presso il centro di accoglienza di via del Frantoio”, aperto in seguito al naufragio del progetto Ferrohotel e vista la necessità di chiudere la tendopoli allestita presso la stazione Tiburtina dopo che lo sgombero di un insediamento a Ponte Mammolo lo scorso 11 maggio aveva lasciato per strada centinaia di migranti. “In parte presso alcune strutture aperte per l'emergenza freddo. Una toppa perché sono assolutamente inadeguate per far fronte a questo tipo di accoglienza” continua. “Basta pensare che ieri sera uno dei ragazzi ricollocati che necessita di una terapia antibiotica ieri sera non ha trovato nessuno disposto a fargli l'iniezione. Così due medici volontari del centro sono partiti dalla loro abitazione ai Castelli per curare questo ragazzo”. 

A effettuare i ricollocamenti, “gli operatori della sala operativa del comune”. Però la “situazione è tutt'altro che risolta” denunciano i volontari. Nonostante questo “con una telefonata ci hanno avvertito che entro pochi giorni dobbiamo lasciare lo stabile. Forse già domani mattina”. La prima volta che ai volontari è stata comunicata ufficialmente la possibilità di uno sgombero “è stato il 20 novembre scorso quando una delegazione è stata ricevuta per la prima volta da alcuni rappresentanti del dipartimento delle Politiche Sociali. In quell'occasione ci venne comunicato che lo sgombero era per 'cause amministrative': c'è infatti un'ordinanza del tribunale che prevede che il proprietario rientri in possesso dello stabile. Fino all'aprile scorso il comune aveva pagato un affitto al proprietario ma, allo scadere del contratto, l'accordo non è stato rinnovato perché il proprietario voleva rientrare in possesso dell'immobile. La telefonata di martedì invece ci ha avvertito di uno sgombero 'per motivi di ordine pubblico'”.  

Ricollocare i migranti ancora presenti nella struttura di via Cupa da un lato, ma anche fare tesoro dell'esperienza del Baobab. “Perché da maggio stimiamo di aver dato accoglienza a circa 35 mila persone e il flusso migratorio in città non si è interrotto” ricorda Andrea Costa. “Il tutto solo grazie a lavoro volontario. Non credevo che la cittadinanza romana potesse arrivare a tanto”. Riconosce una volontaria: “Siamo consapevoli che alcune figure professionali sono necessarie, soprattutto per l'assistenza legale e sanitaria o per quanto riguarda la mediazione culturale, ma Baobab può davvero diventare un modello”.  Per farla continuare a vivere, hanno concluso “siamo anche disponibili a costituirci in associazione con identità giuridica”. 

Ad allontanare un'ipotesi di sgombero è il Campidoglio con una nota: "In relazione al provvedimento stabilito dall’Autorità Giudiziaria per la restituzione dei locali del centro Baobab alla proprietà, il Commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, precisa che non verrà disposto alcuno sgombero dello stabile con richiesta di impiego della forza pubblica, e che a tutte le persone ospitate attualmente all’interno della struttura verrà offerta un’adeguata sistemazione alloggiativa" si legge nel comunicato. "Il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale, che sta conducendo da giorni le operazioni con la continua interlocuzione dei “volontari autogestiti” del centro, ha già proposto alternative soluzioni di accoglienza e ricollocato un gran numero di ospiti. Relativamente a quei casi che, rifiutando le sistemazioni proposte, continuano a abitare nella struttura, si fa presente che comunque l’Amministrazione dovrà procedere alla riconsegna dell’immobile alla proprietà. Nei confronti di tali persone, il Commissario Tronca, mantenendo l’impegno di coniugare le esigenze di legalità e solidarietà, intende portare avanti l’opera di ascolto e dialogo affinché ad ogni ospite sia offerta l’opportunità di una dignitosa soluzione alloggiativa".  

In mattinata, una voce in difesa del centro Baobab, è arrivata dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) che con una nota ha sottolineato “l'alto valore dell'operato dei volontari che in questi mesi hanno assistito le persone in transito rappresentando il migliore esempio di coinvolgimento della società civile nell'assistenza a rifugiati e richiedenti asilo. In un contesto come quello della città di Roma dove migliaia di rifugiati, compresi nuclei familiari con bambini, vivono da anni in situazioni di grave indigenza e marginalità, l'Unhcr auspica che venga trovata una soluzione adeguata per le persone attualmente ospiti del centro Baobab”. 

In favore della struttura si è espresso anche Gianluca Peciola, ex capogruppo di Sel In Campidoglio. "Il centro Baobab è diventato un punto di riferimento in città per l'accoglienza e l'assistenza ai migranti e ai rifugiati che transitano nel nostro Paese, grazie all'impegno e alla generosita di decine di volontari. Ora questa esperienza sembra dover giungere al termine, apprendiamo, per ragioni di ordine pubblico e per l'allarme terrorismo. Faccio appello al Prefetto Gabrielli e al Commissario Tronca affinchè sia scongiurata la chiusura di un presidio di umanità diffusa e solidarietà all'interno della città”.

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