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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sgombero Cardinal Capranica, parlano i movimenti: "I muscoli di Salvini e la colpevole inerzia del M5S"

A distanza di due giorni dall'operazione di polizia arriva la nota dei movimenti per il diritto all'abitare

A distanza di due giorni dallo sgombero dell'ex scuola di via Cardinal Capranica a Primavalle i movimenti per il diritto all'abitare prendono parola. Lo fanno con un lungo comunicato nel quale sottolineano le condizioni in cui si ritrovano a vivere, oggi, i 78 nuclei che fino a domenica hanno abitato nello stabile e che oggi si ritrovano sparsi tra centri di accoglienza, altre occupazioni e la strada. 

"Prima la questione dei numeri. Ancora nessuno ha quantificato lo sforzo bellico messo in campo”, scrivono i movimenti. “Centinaia di uomini e donne in divisa e in borghese, più di 50 tra mezzi blindati e defender, automezzi dei vigili del fuoco, tre idranti, autobus messi a disposizione da Atac, vetture e camper dei servizi sociali, autoambulanze e mezzi cinofili, elicotteri e veri e propri check-point che hanno trasformato il quartiere di Primavalle in una zona rossa. Un esercito in piena regola per 78 nuclei familiari da sgomberare”.  

Poi continuano: “Dopo aver blaterato fino alla noia del modello “Carlo Felice” e di sgomberi ‘soft’ come strada replicabile per la ricollocazione ‘concordata’ delle famiglie sotto sgombero, a via di Cardinal Capranica l’assessore Baldassarre ha tentato di risolvere tutto in mezz’ora dopo settimane di mancate azioni, dopo essersi resa irreperibile tutta la notte dalle chiamate di chi la cercava per chiederle conto dell’operazione messa in campo e della disperazione degli abitanti sulle barricate”.

C’è poi la lettura politica: “Avevano tutti fretta, la Questura e la Prefettura in primis, alla ricerca di uno scalpo da esibire per il ministro Salvini, la cui urgenza di mostrare i muscoli e mettere in difficoltà i Cinque Stelle. Benché questo gioco fosse totalmente evidente, la Raggi e la sua giunta si sono adattati e hanno abdicato a svolgere una funzione politica degna di questo nome sotto gli occhi frustrati di consiglieri regionali, comunali e municipali, tenuti a debita distanza dall’autoproclamata ‘zona rossa’, e pertanto chiaramente delegittimati nella loro funzione di mediazione politica”. Il dito è puntato anche contro il “silenzio imbarazzante dal vice-sindaco Bergamo nonostante l’attenzione dimostrata “illo tempore” verso gli edifici occupati per necessità”.

In quanto alle 145 persone che il Campidoglio dichiara di aver accolto, i movimenti scrivono: “A noi risulta che siano 4 le strutture utilizzate, tra centri di accoglienza, dormitori e case famiglia, ubicate a viale della Primavera (Centocelle), via Paolo Savi (Torre Maura), a Casalotti e a Tor Vergata. Dentro queste strutture dopo diversi rifiuti permangono 18 nuclei per un totale di 41 persone, mentre sono in strada e stanno trovando accoglienza nelle occupazioni abitative del Municipio XIV 29 nuclei per un totale di 67 persone. Inoltre si sta cercando di capire i restanti 31 nuclei dispersi dove sono finiti”.

Bocciate anche le soluzioni trovate: “Materassi infestati da parassiti e blatte, porte sfondate, impossibilità di scaldare autonomamente con un fornello il latte per i bambini piccoli in assenza di una cucina, posti letto in dormitori con stanze da sei posti con letti a castello, divisione dei nuclei familiari, separazione dai propri animali. Se a questo aggiungiamo la distanza dai luoghi dove si è vissuto per più di dieci anni e dalle scuole regolarmente frequentate dai bambini e dalle bambine, ci rendiamo conto del disastro che si è realizzato e di quanto siano state false le promesse avanzate dalla Baldassarre per convincere, peraltro senza riuscirci, i nuclei occupanti ad uscire con le buone. Ora si parla di un tavolo permanente per le soluzioni, un tavolo che coinvolga gli assessorati alla casa e all’urbanistica, oltre quello al sociale. Staremo a vedere la serietà con la quale si porterà avanti questo impegno, approntato colpevolmente e decisamente in ritardo”. 

Infine una considerazione politica: “L’internità dei movimenti nei percorsi del diritto all’abitare è fuori discussione, e se si vuole usare il termine infiltrati ognuno faccia ciò che preferisce, ma è chiaro che escluderli dalle trattative e far finta che i movimenti non esistano, per poi indicarli come causa dell’uso della forza pubblica e degli arresti, è un gioco destinato a finire male ed è sintomatico di una visione autoritaria rispetto alle dinamiche sociali esistenti in città. L’idea del muro popolare e il fatto che sia l’intera città ad assumersi l’onere della difesa degli stabili e degli spazi sociali occupati è secondo noi ancora valida, a prescindere dall’aggiramento tattico con l’anticipazione dell’orario di mobilitazione delle forze dell’ordine per impedirlo”. 

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